La spesa per il superbonus accelera ancora. Nonostante le modifiche alla disciplina, nei primi 3 mesi del 2023 sono stati spesi 11 mld di euro per interventi di risparmio energetico sugli edifici residenziali con detrazioni al 110% o al 90%, in aumento rispetto agli 8 mld dello stesso periodo del 2022. Il picco si è toccato proprio a marzo, con una spesa di 5,5 mld di euro, seconda solo agli 8 mld di settembre 2022. A rivelare questi dati è stato ieri il centro studi del consiglio nazionale degli ingegneri (Cni), che ha sottolineato che i risultati dimostrano che si sta ottenendo l’effetto contrario a quello previsto di ridimensionare la domanda di bonus edili. Per questo, il Cni auspica una profonda riforma del sistema, da attuare parallelamente a una riduzione della domanda che il consiglio ritiene avverrà a breve. Quanto agli effetti positivi della maxi detrazione edilizia, invece, le rilevazioni del centro studi Cni riportano i 57,8 mld di euro spesi con il superbonus tra gennaio 2022 e marzo 2023 hanno portato almeno 121 mld di produzione aggiuntiva nel sistema economico, contribuendo direttamente per 33 mld di euro alla formazione del Pil e coinvolgendo 613.000 unità di lavoro dirette. E non solo, perché gli interventi di efficientamento eseguiti hanno aiutato il governo a rispettare gli standard di risparmio energetico per far fronte alla crisi energetica per il 48%, garantendo un risparmio di 1,2 mld di metri cubi standard di gas/anno.