Piazza Affari ha accelerato con il Ftse Mib che ha guadagnato il 2,79%, maglia rosa in Europa (indice Eurostoxx 50 a 2,19%). Hanno brillato i titoli bancari guidati Banca Mps (+5%) che nelle ultime cinque sedute aveva lasciato sul terreno il 16%. Brillante recupero anche per Mediaset (+8,3%). Poco mossa Luxottica, in attesa di capire come si chiuderà la partita per la nomina del nuovo vertice.
L’entusiasmo generale degli operatori si è visto anche nelle altre asset class. Sono tornati gli acquisti sui bond periferici. I titoli greci a 10 anni sono scesi sotto l’8%. Lo spread tra BTp e Bund, dopo essere schizzato a quota 180 nei primi scambi, è sceso a 164 con il rendimento del decennale al 2,51%. In flessione anche lo spread Bonos/Bund (134 punti). «Se la Bce acquistasse corporate bond è come se dicesse al mercato: fate come volete, ma i tassi scenderanno. E questo favorisce qualsiasi titolo abbia un rendimento» spiega un trader.
Non è andato benissimo, invece, il secondo giorno di raccolta per il BTp Italia ha fruttato al Tesoro ordini per poco più di 1 miliardo di euro. In totale, quindi, la raccolta avanzata dal retail ha toccato i 4,036 miliardi di euro. Siamo lontani dall’obiettivo di 10 miliardo dato che oggi è previsto l’ultimo giorno di raccolta da parte dei piccoli risparmiatori, mentre domani sarà il turno degli investitori istituzionali. L’ipotesi di nuovi stimoli Bce ha favorito anche un deprezzamento dell’euro che è passato da un massimo di giornata oltre 1,28 dollari a 1,2722. Il rialzo iniziale era stato causato dai dati sul rallentamento della della Cina che nel periodo luglio-settembre ha ridotto il ritmo di crescita al 7,3% – il minimo dall’inizio del 2009 – dal 7,5% del trimestre precedente. Inizialmente hanno prevalso sull’umore degli investitori i timori di un rallentamento globale e, di conseguenza, l’idea che la Federal Reserve possa posticipare i tempi previsti per un rialzo dei tassi. Ma dopo i rumor sulla Bce il mercato si è concentrato su Francoforte. Senza pensare, come accaduto nei giorni scorsi, agli imminenti risultati degli stress test. Su questi esami è intervenuta ieri Standard & Poor’s. Secondo l’agenzia di rating, l’impatto sulle banche valutate da S&P «sarà probabilmente limitato». Se però la Bce svelasse su alcuni istituti punti di debolezza non noti, «allora S&P potrebbe ridurne il rating».