Il rilancio si sostanzierà anche in un intervento sui crediti deteriorati, che Quaestio proporrà al consiglio. Tra le ipotesi, la creazione di bad bank interna da scindere a favore dei soci, ovvero dello stesso Atlante, sul modello di quanto effettuato da Fca con Ferrari. È uno schema proposto nei giorni scorsi dagli analisti di Equita. Il fondo potrebbe poi avviare operazioni sulle sofferenze, facendo leva sui capitali non ancora investiti (1,7 miliardi se il fondo sottoscriverà per intero l’aumento di Veneto Banca).
La sgr presieduta da Alessandro Penati all’assemblea di PopVi del 7 luglio approverà , avendo Atlante il 99,3%, il board che sostituisce quello guidato da Stefano Dolcetta. Il criteri per la selezione, specifica Quaestio, sono stati quelli «fit and proper» della direttiva europea sulle banche (Crd4) non ancora recepita in Italia. Alla presidenza andrà Gianni Mion, uomo forte della holding dei Benetton; vicepresidente Salvatore Bragantini, già commissario Consob; restano confermati il nuovo ceo Francesco Iorio e Alessandro Pansa, ex Finmeccanica. Entrano Niccolò Abriani, Luigi Arturo Bianchi, Carlo Carraro, Marco Bolgiani, Rosa Cipriotti, Massimo Ferrari, Francesco Micheli. I sindaci sono Rosalba Casiraghi, Nadia Fontana e Marco Giorgino. Intanto i sindacati Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca, Sinfub, Ugl, Unisin hanno protestato contro Penati, definito «il Messia», per aver indicato tra i responsabili delle crisi delle banche anche i bancari.
Sul fronte Veneto Banca invece ieri un board straordinario ha indicato il presidente Stefano Ambrosini come nuovo presidente di Bim. Insieme con Mia Callegari sostituisce i dimissionari Cristiano Carrus (dg di Veneto Banca) e Giuseppina Rodighiero. Veneto Banca vuole stringere il controllo su una controllata strategica in una fase delicata come l’aumento da 1 miliardo ed evitare rischi anche di immagine, come è emerso con la vicenda dei conti segreti a Panama .
Fabrizio Massaro