26.11.2014

Via a «finanziarie» e piano Juncker Bruxelles: più investimenti tedeschi

  • Il Corriere della Sera
La Commissione europea approva la legge di Stabilità dell’Italia e definisce il progetto di investimenti per 300 miliardi orientato a rilanciare la crescita e l’occupazione. I commissari Ue, nella loro riunione a Strasburgo, hanno anche chiesto ai Paesi più ricchi (soprattutto la Germania) di investire per rilanciare la crescita nella zona euro. Ma il via libera all’Italia è condizionato all’ulteriore verifica a marzo degli Stati con i conti pubblici in difficoltà (anche Francia, Belgio, Spagna e altri). Lo stimolo finanziario, che il presidente lussemburghese della Commissione Jean-Claude Juncker intende annunciare oggi nell’Europarlamento di Strasburgo, appare poi ancora privo di denaro pubblico concreto. 
Il premier Matteo Renzi, a Strasburgo per la visita di papa Francesco, ha citato lo scienziato Galileo Galilei per indicare che in Europa «qualcosa di muove: un grande italiano, Galileo lo diceva su cose più serie. Io lo dico all’Europa. Anche se può sembrare strano citarlo nel giorno della visita del Papa». Ha però anticipato che, alla fine del semestre di presidenza italiana dell’Ue, il suo governo, dopo aver fatto «i compiti» nella finanza pubblica, sarà «molto più duro» nel sollecitare un «New Deal europeo».
Il piano di investimenti della Commissione al momento appare un atto sostanzialmente politico e senza finanziamenti certi. L’elaborazione doveva essere completata in dicembre. È stata accelerata per convincere gli eurosocialisti a restare nella maggioranza con gli europopolari di Juncker nel respingere domani la mozione di censura del M5s e dei partiti euroscettici, che altrimenti imporrebbe le dimissioni dell’ex premier lussemburghese per il suo coinvolgimento nello scandalo Luxleaks sui favoritismi fiscali nel suo Granducato a multinazionali, banche e società straniere. Nell’Europarlamento molti già dubitano se 300 miliardi in tre anni, divisi tra 28 Paesi, riescano a stimolare efficacemente la crescita e l’occupazione. In più Juncker oggi intende spiegare che pensa di «stimolare gli investimenti senza produrre nuovo debito» varando un «Fondo europeo per gli investimenti strategici» insieme alla banca comunitaria Bei. In pratica, non avendo trovato capitali pubblici, vorrebbe generare 315 miliardi di investimenti con un meccanismo di finanza creativa. Partirebbe dalla ricerca di 16 miliardi in garanzie, attingendo solo per due miliardi dal budget Ue. Per sei miliardi recupererebbe da due progetti Ue in corso (Connecting Europe e Horizon 2000). Per gli altri otto miliardi si vedrà. Cinque miliardi dovrebbe metterli la Bei. Ma come si trasformano questi 21 in 315 miliardi? La Commissione sostiene che il nuovo Fondo, per ogni miliardo, attirerà tre miliardi di prestiti e 11 miliardi di investimenti privati. Il vicepresidente della Commissione europea, il finlandese Jyrki Katainen, è convinto che «ogni euro di denaro pubblico trasferito nel Fondo genererà circa 15 euro di investimenti» in aree come «energia, ambiente, trasporti, banda larga, istruzione, ricerca e innovazione». La Commissione ammette il fallimento dell’analogo piano (con project bond) varato dalla precedente presidenza del portoghese Josè Manuel Barroso. Sostiene però che il nuovo Fondo non farà la stessa fine perché più «flessibile» e in grado di usare «un ampio numero di strumenti finanziari».