Veneto Banca archivia un 2016 di strenua pulizia dei vecchi crediti – con 1,3 miliardi di rettifiche e 1,5 di perdita netta – e di calo dei depositi, per una raccolta diretta scesa del 17,8%. Ma nel giorno dei numeri rossi a Bruxelles i dirigenti di Tesoro e Bankitalia riescono a incassare il disco verde per avviare il tavolo che «nelle prossime settimane», dice un portavoce della Commissione, possa autorizzare la ricapitalizzazione di Stato “precauzionale” – versione morbida del bail in – per l’ex popolare di Montebelluna, in asse con la Popolare di Vicenza.
Proprio nel giorno in cui il cda esaminava i conti d’esercizio a Bruxelles s’è formato il tavolo tra l’antitrust Ue, la vigilanza Bce, il Tesoro e Bankitalia per vagliare la praticabilità dell’opzione chiesta il 18 marzo dalle due banche. Il tavolo – e non era scontato – è stato fatto partire una volta attribuito il prerequisito della “solvibilità” alle due banche, e con la disponibilità a definirne contenuti e dettagli: disponibilità che potrebbe formalizzarsi a ore con la lettera Bce sul deficit patrimoniale dei due gruppi; le stime dei manager guidati da Fabrizio Viola sono di 4,7 miliardi, potrebbe servire qualcosa in più. «Su Vicenza e Veneto Banca sono in corso discussioni costruttive con l’obiettivo di arrivare a una soluzione comune che sia efficiente, sostenibile e nell’interesse della stabilità finanziaria. Siamo fiduciosi che possa essere trovata nelle prossime settimane», ha detto un portavoce della Commissione. A Roma fonti del Tesoro hanno aggiunto: «La riunione è stata molto costruttiva e c’è fiducia che si possano affrontare rapidamente tutti i nodi legati all’applicazione di nuove norme».
Sul fronte conti molto fanno le rettifiche su crediti e altri attivi (1,29 miliardi, +58,7%) e gli accantonamenti rischi e oneri legali, triplicati a 433 milioni. Numeri non peggiori a quelli dei vicentini, che nel 2016 perdono 1,9 miliardi. Il rosso operativo di Veneto Banca è 177 milioni, per il calo di ricavi e masse gestite (-17,8% a 20 miliardi solo la raccolta diretta). Così a Montebelluna il patrimonio è sceso all’8,06% di Cet1, sotto l’8,75% di soglia minima chiesta da Bce. E per puntellare la liquidità dopo «ulteriori segnali di flessione della raccolta commerciale a marzo » la banca, dopo i 3,5 miliardi di bond garantiti dal Tesoro di febbraio, ha emesso a marzo un altro bond da 1,4 miliardi.
Andrea Greco