13.01.2012

UniCredit vola in Piazza Affari

  • Il Sole 24 Ore

di Marigia Mangano

UniCredit mette a segno il terzo rialzo consecutivo in Borsa mentre si moltiplicano le voci su possibili nuovi soci in piazza Cordusio e si chiude il cerchio tra gli azionisti stabili dell'istituto.
Ieri le azioni della banca, alle prese con un maxi aumento di capitale da 7,5 miliardi, hanno messo a segno un guadagno del 13,53% a un prezzo di riferimento di 2,904 euro. Questo dopo che nel corso della seduta il titolo è stato più volte congelato per eccesso di rialzo. Un trend che si è esteso soprattutto ai diritti che anche ieri hanno chiuso a 1,71 euro (+47%). Ma il dato più sorprendente è quello dei volumi: ieri è stato scambiato il 14% del capitale, dopo l'8% passato di mano alla vigilia. Un segnale quest'ultimo che, secondo gli addetti ai lavori, conferma la tesi che sulla debolezza del titolo nei primi giorni dell'anno ha contribuito anche la bassa liquidità del mercato, complici le festività. Ad ogni modo – si spiega nelle sale operative – anche se in Borsa restano molto attivi gli investori istituzionali, soprattutto nelle ultime due sedute sono circolate voci di posizionamenti importanti da parte di nuovi soci contattati dalle banche del consorzio guidate da Mediobanca e Bofa Merrill Lynch. Il fondo sovrano del Kazakistan, indicato da indiscrezioni di Borsa come l'artefice del rastrellamento del 5% del capitale di Unicredit, ha chiarito ieri che tale informazione non risponderebbe ai fatti. In realtà, secondo quanto si apprende, il fondo kazako Samruk Kazyna avrebbe esaminato il dossier presentato dagli istituti (tanto che alcune fonti sostengono che avrebbe raccolto effettivamente una quota della banca), così come si sarebbero mossi altri fondi esteri invitati a entrare in UniCredit dal consorzio. Contatti, poi, sarebbero in corso con la famiglia Malacalza anche se gli imprenditori genovesi per ora avrebbero solo esaminato il dossier e non si sarebbero pronunciati su un eventuale ingresso nel libro soci di piazza Cordusio.
Nel frattempo continuano a chiarirsi le posizioni delle fondazioni. Il consiglio generale e il consiglio di amministrazione di Fondazione CrTrieste hanno deliberato ieri l'adesione all'aumento di capitale di UniCredit. La fondazione triestina, che ha lo 0,33% delle azioni della banca di piazza Cordusio, si impegna così per circa 26 milioni di euro che l'ente potrà sostenere «senza ricorrere al debito né vendendo sul mercato parte delle opzioni di propria pertinenza». Il via libera arriva dopo che nelle scorse settimane, in rapida successione, tutte le fondazioni, che rappresentano da sempre lo zoccolo duro nella governance di piazza Cordusio, hanno aderito all'aumento, anche se in alcuni casi, complice la crisi ed erogazioni sempre più deboli, la scelta è stata quella di una sottoscrizione soft. Per questo, a ricapitalizzazione terminata la mappa dell'azionariato potrebbe cambiare. Tra gli altri soci stabili dell'istituto Allianz, azionista con il 2% del capitale, sarebbe orientata a sottoscrivere la quota di competenza e rimanere così ferma al peso attuale. Si aspetta, invece, qualche indicazione da Aabar che detiene il 5% della banca di piazza Cordusio che non avrebbe ancora preso una decisione chiara sulla ricapitalizzazione. Infine, sul fronte libico la Banca centrale (4,9%) e la Lia (2,5%) sarebbero orientate a seguire la ricapitalizzazione, anche se non è ancora chiaro se tale impegno coinvolgerà l'intero pacchetto di loro proprietà.
Intanto ieri si è appreso che dopo l'amministratore delegato Federico Ghizzoni e il direttore generale Roberto Nicastro, il presidente di UniCredit, Dieter Rampl ha fatto la sua parte esercitando i diritti in opzione riferiti alla sua quota in UniCredit per un controvalore di oltre 120.364 euro e un totale di quasi 62 mila titoli.