01.02.2012

Unicredit, Pesenti lascia

  • Il Corriere della Sera

di Fabrizio Massaro

MILANO — Arriva anche in Unicredit l'effetto della nuova norma sulla incompatibilità dei doppi incarichi in banche e assicurazioni. E crea tensioni per la contemporanea presenza del presidente Dieter Rampl e del vice Fabrizio Palenzona nel board di Mediobanca: un nodo in più in vista del rinnovo del Consiglio a inizio maggio.
Ieri Carlo Pesenti, in Unicredit come socio (ora allo 0,3%) e amministratore fin dalla privatizzazione del 1994, si è dimesso per l'incompatibilità con l'incarico di consigliere di Mediobanca. Il patron di Italcementi ha fatto riferimento all'articolo 36 della legge 241/2011, quella che, come ha detto Mario Monti, «ha molto turbato» le banche. «Pesenti ha ritenuto di dare un'interpretazione restrittiva della legge», ha detto Ghizzoni ringraziandolo per il lavoro svolto. «Aspettiamo le norme implementative, che chiariscano per esempio che cosa sia il controllo di una banca». Unicredit è primo socio (pattista) di Mediobanca: se venisse riconosciuto il controllo congiunto su Piazzetta Cuccia l'incompatibilità non scatterebbe. «L'Abi ne sta discutendo con la Banca d'Italia, noi abbiamo dato il nostro parere. Mediobanca è strategica. In ogni caso rispetteremo scrupolosamente la legge. Se passasse la lettura restrittiva, i consiglieri, esecutivi o meno, non possono stare in altre banche. C'è tempo fino agli inizi di aprile».
Archiviata la ricapitalizzazione da 7,5 miliardi «con il titolo che ha reso il 7,2% a chi fosse entrato il 3 gennaio», ora il tema caldo è la governance. A cominciare dal numero dei consiglieri: «Il board era partito con 23, oggi sono intorno ai 20. Vedremo se è il caso di confermare un numero più o meno ampio», ha detto Ghizzoni. «Ancora stiamo verificando chi sono i nuovi azionisti, la prossima settimana avremo il quadro completo. Ma l'azionariato non è stravolto». Ma già si sa che le fondazioni minori (Bds, Cr Trieste, Manodori, Cassamarca), temendo di essere sacrificate a scapito di altri soci come Aabar o i privati, vorrebbero conservare i 9 posti attuali delle fondazioni. Un nome nuovo c'è già: per Allianz ieri è stata cooptata Helga Jung al posto di Enrico Tommaso Cucchiani. Intanto Bankitalia ha autorizzato, armonizzandole a livello Ue, il buy back di strumenti computabili nel patrimonio di vigilanza, anche senza preventiva sostituzione.