Si conclude, dunque, una nuova operazione nel settore per Unicredit, che sta facendo ormai da qualche anno pulizia sui suoi crediti deteriorati. A fine 2013 la banca milanese aveva infatti ceduto un portafoglio di 950 milioni di crediti non garantiti e in sofferenza derivanti da contratti di credito al consumo e prestiti personali. A comprare era stato il fondo statunitense Cerberus European Investments.
Poi lo scorso anno, in febbraio, era stata la volta di un pacchetto di crediti in sofferenza pro soluto per circa 700 milioni di euro ceduti tramite la UniCredit Credit Management Bank (Uccmb), controllata del gruppo UniCredit. In questo caso a rilevare il portafoglio era stata Anacap Financial Partners tramite uno dei suoi fondi.
Ma una delle maggiori operazioni è stata invece quella nell’ottobre del 2014, finalizzata con la cessione ancora ad Anacap di un portafoglio di sofferenze per 1,9 miliardi . Si trattava di crediti deteriorati derivanti dall’attività di Capitalia, banca acquisita anni fa da Unicredit.
Infine, verso la fine dell’anno, è stato proprio il riassetto di Uccmb a finire sotto i riflettori: dopo un processo d’asta assai competitivo, il fondo statunitense Fortress (affiancato da Prelios) ha infatti rilevato il controllo della controllata di Unicredit attiva nella gestione degli Npl, assieme a un portafoglio di 2,4 miliardi di euro di sofferenze. Complessicamente Unicredit, negli ultimi due anni, ha quindi dismesso portafogli di non performing loan (di tipologia diversa) per quasi 6 miliardi di euro. A comprare sono stati sempre operatori statunitensi o britannici specializzati come l’americana Cerberus, l’inglese Anacap e, in quest’ultimo caso, Pra group, società quotata al Nasdaq ma con radici nel Nord Europa.