Profitti trimestrali in forte calo ma sopra le attese per Unicredit. L’utile netto fra aprile e giugno è sceso del 77,4% su base annua a 420 milioni di euro rispetto al consenso degli analisti fissato a 347 mln. Il semestre si è chiuso con una perdita di 2,28 miliardi.
Nel secondo trimestre l’utile netto sottostante è ammontato a 500 milioni, dimezzato su base annua, con tutte le divisioni tornate alla redditività tranne Commercial banking Austria. Per l’intero 2021 è confermato un utile netto sottostante compreso fra 3 e 3,5 miliardi e un rote sottostante del 6-7%. C’è stata una ripresa dell’attività commerciale e l’a.d. Jean Pierre Mustier si è nuovamente chiamato fuori dall’attività di m&a, confermando la politica dei dividendi («Siamo fiduciosi che la Bce toglierà il divieto di pagarli l’anno prossimo») e l’aggiornamento del piano 2023 nel primo trimestre 2021.
Sempre tra aprile e giugno i ricavi sono stati pari a 4,2 miliardi, in calo del 4,8% rispetti ai tre mesi precedenti e del 7,7% su base annua. Nei mercati core il lockdown, per la maggior parte del trimestre, ha causato una diminuzione delle commissioni commerciali. Il margine di interesse si è attestato a 2,4 miliardi (+4% su base trimestrale) e le commissioni sono diminuite dell’11,8% su base annua a 1,4 miliardi. Le commissioni su investimenti sono state pari a 487 milioni (-16,8%), con una ripresa verso la fine del trimestre, spinta dalla robusta performance di Commercial banking Italy. I proventi da attività di negoziazione sono più che raddoppiati a livello trimestrale a 357 milioni. I costi operativi sono calati del 2% su base trimestrale e dello 0,2% su base annua. Il Cet1 fully loaded si è posizionato al 13,85% e il rapporto fra crediti deteriorati lordi e totale crediti lordi è migliorato al 4,8%.
La politica di distribuzione del capitale sarà reintrodotta a partire dal 2021 per l’intero 2020. Metà dell’utile netto sottostante sarà distribuita agli azionisti, con l’impegno a restituire gradualmente il capitale in eccesso sopra la parte alta del target di 200-250 punti base del Cet1 Mda buffer.
«Grazie alla positiva attuazione di Transform 2019 abbiamo una robusta posizione di liquidità e un capitale molto solido», ha sottolineato Mustier. «Questa posizione ci ha consentito di continuare a supportare i nostri clienti e le comunità in tutta Europa durante questo contesto sfidante. Unicredit è impegnata a essere parte della soluzione e per tutto il secondo trimestre abbiamo operato in stretta collaborazione con i governi di tutti i paesi in cui siamo presenti per fornire prestiti garantiti e offrire moratorie per un totale di oltre 41 miliardi. Abbiamo visto i primi segnali di ripresa commerciale alla fine del secondo trimestre, quando le economie hanno iniziato a riaprire nella maggior parte dei nostri mercati core».
Il numero uno di piazza Gae Aulenti si è quindi soffermato sull’opas Intesa-Ubi, osservando che «l’Italia avrebbe bisogno di banche forti. L’Antitrust ha chiesto il nostro parere e noi abbiamo detto che forse sarebbe stato meglio avere tre grandi banche forti piuttosto che due». In ogni caso, «la disruption del mercato portata da questa operazione può rappresentare un’opportunità».