19.09.2017

Una voluntary per il contante

  • Italia Oggi

Una voluntary disclosure per il contante molto vicina. Nella prossima legge di Bilancio, accanto all’estensione dello split payment e a una accelerazione sulla fatturazione elettronica, potranno trovare spazio anche misure per l’emersione del contante detenuto, ad esempio, nelle cassette di sicurezza.
A dirlo in maniera sfumata, per il contante, e più decisa su split payment e fattura elettronica, è stato il sottosegretario alla presidenza del consiglio Maria Elena Boschi, intervenendo ieri, a Milano, al convegno «Date a Cesare quel che è di Cesare», organizzato dal Centro ricerca sulla fiscalità etica diretto da Vittorio Emanuele Falsitta. La Boschi ha poi calcolato, in maniera forse ottimistica, che «attraverso un lavoro di squadra con la Guardia di finanza e le procure siamo passati dagli 11 mld del 2014 ai 23 mld come recupero di evasione. Abbiamo fatto passi importanti ma ne servono altri». E sul contante ha ricordato che «bisogna trovare un punto di equilibrio nell’incentivarne l’utilizzo senza che possa essere adoperato da chi lo ha fatto in maniera illecita. Bisogna porsi il problema di come aggredire il contante che non è stato dichiarato, presente nelle case». A margine del convegno la conferma: sul tavolo degli uffici al lavoro per la prossima legge di Bilancio è aperto il dossier che riprende l’idea di una collaborazione volontaria sul contante presente nelle cassette di sicurezza, quantificato, dal procuratore capo di Milano, Francesco Greco, in circa 200 mld di euro. Proprio il magistrato ha fornito un assist all’iniziativa legislativa, chiedendo un intervento di questo tipo: «Tra le somme di contante che non conosco e le somme di contante sbiancate (ripulite, ndr) da persone che conosco, cioè che accettano di fare disclosure, preferisco le seconde. Si poteva avere perplessità sugli scudi anonimi ma non in tempo di Ocse e di una procedura come la voluntary disclosure regolamentata dall’Ocse. L’intervento sul contante potrebbe essere mutuato proprio da una sua riduzione». Sul modus operandi sono però aperte le ipotesi e le proposte. Sempre il procuratore di Milano ha ricordato nel suo intervento che nei paesi limitrofi all’Italia non si trovano facilmente cassette di sicurezze e alcune filiali di banche chiuse per fare spazio alle filiali online sono state riconvertite in depositi di cassette di sicurezza. Un segnale che forse i tempi sono maturi per riprendere una partita sulla collaborazione volontaria e farla diventare norma permanente e strutturale in vista anche dell’avvio, come ha ricordato David Pitaro, dirigente della Banca d’Italia, tra dieci giorni dello scambio automatico delle informazioni tra 48 paesi Ocse. «È la fine del segreto non semplicemente bancario, bensì del segreto finanziario».