Tsipras, dopo i primi contatti con Berlino e Bruxelles, ha moderato i toni del suo attacco all’Unione europea. Restano ferme le sue critiche alla cosiddetta «troika» (Commissione europea, Bce e Fondo monetario di Washington), che ha accusato di aver provocato in Grecia una recessione pluriennale e povertà dilagante pretendendo misure di austerità in cambio dei prestiti di salvataggio. Il leader di Syriza ha annunciato di voler rinegoziare il debito del suo Paese, aumentare i salari e le pensioni, aiutare i cittadini in povertà.
Draghi, Juncker, Tusk e Dijsselbloem dovrebbero concordare la linea da sviluppare nel successivo Eurogruppo, che oggi a Bruxelles deve discutere di altri miliardi attesi da Atene nell’ambito del piano di salvataggio. I ministri finanziari potrebbero offrire anche dilazioni nel rimborso dei debiti. Tsipras potrebbe così varare investimenti per rilanciare l’economia reale e l’occupazione. Il presidente della Banca centrale tedesca (Bundesbank) Jens Weidmann, sostenitore delle misure di austerità insieme a Merkel, ha ricordato che la Grecia deve comunque rispettare gli impegni presi con l’Europa. Nei giorni scorsi l’avevano anticipato Juncker e la stessa Cancelliera. Ma la vittoria di Syriza estende la disponibilità dell’Ue a trattare con Atene.
A livello politico c’è da affrontare la perdita di credibilità della linea del rigore finanziario imposto dalla troika, che non ha risolto la crisi in Grecia e sostanzialmente ha favorito l’ascesa dell’estrema sinistra. La vittoria di Tsipras può influire sullo scontro da tempo in atto tra Germania e altri Paesi membri del Nord, che difendono le misure di austerità e i vincoli di bilancio, contro Italia, Francia e altri Stati del Sud, impegnati a chiedere più «flessibilità» e investimenti Ue per il rilancio della crescita.
Soprattutto i governi di centrosinistra di Roma e Parigi intenderebbero rafforzare la loro opposizione alla leader europea del centrodestra, Angela Merkel, per evitare di essere scavalcati da movimenti estremisti anti-austerità come M5S e Lega in Italia o Front National in Francia.