Benedetto Vigna, 52 anni, lucano, dal 1 settembre, sarà il nuovo amministratore delegato di Ferrari. Un nome sconosciuto ai più, laureato in fisica subnucleare all’Università di Pisa, alle spalle 200 brevetti, autore di numerose pubblicazioni sulla micro-machining. Proviene dalla società StM dove, sino a oggi, ha gestito la divisione Analog Meme & Sensors (fatturato 3,89 miliardi di dollari, margine operativo del 20,8%,).
John Elkann, presidente della Ferrari, ha scelto un tecnico, uno scienziato, per seguire il rapido mutamento dell’industria automobilistica. Una mobilità che non si apre solo all’autonomia o ai motori a zero emissioni, ma a una tecnologia che cambierà i criteri di progettazione, inclusa la diversificazione delle piattaforme. La generazione dei «millennial» sarà una parte fondamentale dei futuri consumatori globali, con attese diverse, dovute ad abitudini nuove che richiederanno cicli di innovazione molto rapidi.
Questo il compito che attende Benedetto Vigna, inventore, con il suo team, del “giroscopio a tre assi” che ha debuttato nell’Apple iPhone 4, sensori che hanno consentito allo schermo di adattarsi al formato verticale o orizzontale, ruotando il telefono. Dispositivi utilizzati anche per la navigazione delle automobili. Vigna dovrà ricordare di essere a capo di «un sogno» chiamato Ferrari, legato all’idea di progresso, affermazione, potere, libertà. Un sogno per pochi, la felicità di molti. Ferrari fonda le sue radici nello spirito della competizione, un mitico cavallino rampante che si trova di fronte alle identiche sfide, affrontate nel 1991 da Luca Cordero di Montezemolo, in seguito alla morte di Enzo Ferrari, dopo le presidenze di Nicola Tufarelli, di Vittorio Ghidella e di Piero Fusaro, tutti uomini Fiat che, nel 1988, aveva acquisito il pacchetto di maggioranza della Rossa. Montezemolo, sostenuto dall’avvocato Gianni Agnelli, primo tifoso della Casa di Maranello, riuscì a riconquistare la leadership sia nella parte industriale che nella Formula 1 e, con una politica industriale e commerciale lungimirante, aprì i mercati asiatici e americani. Il suo doppio incarico, presidente e ad, durò sino al 2014, quando venne sostituito, con bruscamente, da Sergio Marchionne con l’identico doppio ruolo. La Ferrari venne scorporata da Fca, passò sotto il cappello di Exor, la holding degli Agnelli e la sua sede legale venne spostata ad Amsterdam, in Olanda, quella operativa rimase a Maranello. Nel luglio 2018, dopo scomparsa di Marchionne, i ruoli si divisero: John Elkann assunse la presidenza, Louis Carey Camilleri divenne amministratore delegato, dimessosi poi nel dicembre 2020. La Borsa ieri è rimasta fredda sulla nomina di Vigna: il titolo è sceso del 2,6%.
Ieri il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha avuto un incontro riservato con i responsabili di Cnh, probabilmente sul dossier Iveco.