Molti uffici, come almeno un’altra quarantina di sedi italiane, a Milano erano già in sofferenza, con vuoti nei teorici organici oscillanti dal 17,5% della Corte d’Appello al 22% della Procura, dal 18% dei Giudici di pace al 25% del Tribunale. Ma questa crisi cronica ora sta per lievitare a livelli insostenibili dopo gli esiti dell’«interpello», cioè del bando con il quale il ministero mesi fa ha pubblicato un elenco di posti dove in Italia il personale amministrativo interessato può chiedere di essere trasferito. A causa del costo della vita a Milano rapportato ai bassi stipendi di questo pubblico impiego, è cominciata l’ovvia corsa a trasferirsi al Sud, provenienza di molti, o a spostarsi dalla metropoli quantomeno in qualche provincia del Nord più abbordabile. Ma i flussi in entrata non compensano gli esodi, anzi. E così le graduatorie dell’«interpello» raggelano Milano. Il Tribunale, al quale mancavano già 185 persone, ne accoglierà 15 in entrata, ma ne perderà altre 51 in uscita, svettando a quota 221 vuoti in cancelleria, a cui aggiungere la carenza di 38 magistrati. La Procura, che partiva da meno 85, paga con 4 soli impiegati in più le altre 21 uscite, e dunque raggiunge 102 posti vacanti. La Corte d’Appello, alla quale mancavano 40 cancellieri, alla fine dell’interpello ne vede mancare 64. E soltanto un appassionato di statistiche di pallacanestro apprezzerebbe la «doppia cifra» nelle statistiche dei vuoti d’organico di tutti gli uffici giudiziari: meno 38% la Procura dei minorenni, meno 32% il Tribunale, meno 30% la Procura generale e il Tribunale di sorveglianza, meno 28% la Corte d’Appello e la Procura. Cifre ancora più alte nella quotidianità per il sommarsi di ferie e maternità, nonché di fisiologiche assenze per malattie o permessi attorno al 4%.
Un bando svuota il tribunale di Milano
Molti uffici, come almeno un’altra quarantina di sedi italiane, a Milano erano già in sofferenza, con vuoti nei teorici organici oscillanti dal 17,5% della Corte d’Appello al 22% della Procura, dal 18% dei Giudici di pace al 25% del Tribunale. Ma questa crisi cronica ora sta per lievitare a livelli insostenibili dopo gli esiti dell’«interpello», cioè del bando con il quale il ministero mesi fa ha pubblicato un elenco di posti dove in Italia il personale amministrativo interessato può chiedere di essere trasferito. A causa del costo della vita a Milano rapportato ai bassi stipendi di questo pubblico impiego, è cominciata l’ovvia corsa a trasferirsi al Sud, provenienza di molti, o a spostarsi dalla metropoli quantomeno in qualche provincia del Nord più abbordabile. Ma i flussi in entrata non compensano gli esodi, anzi. E così le graduatorie dell’«interpello» raggelano Milano. Il Tribunale, al quale mancavano già 185 persone, ne accoglierà 15 in entrata, ma ne perderà altre 51 in uscita, svettando a quota 221 vuoti in cancelleria, a cui aggiungere la carenza di 38 magistrati. La Procura, che partiva da meno 85, paga con 4 soli impiegati in più le altre 21 uscite, e dunque raggiunge 102 posti vacanti. La Corte d’Appello, alla quale mancavano 40 cancellieri, alla fine dell’interpello ne vede mancare 64. E soltanto un appassionato di statistiche di pallacanestro apprezzerebbe la «doppia cifra» nelle statistiche dei vuoti d’organico di tutti gli uffici giudiziari: meno 38% la Procura dei minorenni, meno 32% il Tribunale, meno 30% la Procura generale e il Tribunale di sorveglianza, meno 28% la Corte d’Appello e la Procura. Cifre ancora più alte nella quotidianità per il sommarsi di ferie e maternità, nonché di fisiologiche assenze per malattie o permessi attorno al 4%.