«Con le nostre attività – ha proseduto Ermotti – siamo presenti a livello globale. E anche in Asia, ormai uno dei motori principali della crescita mondiale, la nostra presenza è ampia e di lunga data».
Per quel che riguarda l’intero primo semestre 2015, l’utile netto Ubs è salito a 3,1 miliardi di franchi, contro gli 1,8 miliardi di un anno prima. Nel secondo trimestre il contributo più importante all’utile è stato fornito appunto dalla gestione patrimoniale (wealth management), con un risultato prima delle imposte di 769 milioni di franchi. L’investment banking dal canto suo ha registrato un utile ante imposte di 617 milioni. Per quanto concerne i prossimi mesi, la banca rimane come di consueto prudente. Il terzo trimestre sarà influenzato da fattori stagionali, dice Ubs, e a livello globale non mancano le sfide economiche, mentre i problemi geopolitici non saranno risolti presto.
Tornando al secondo trimestre, gli affari per il gruppo bancario elvetico sono andati bene non solo in Asia e in altre aree lontane, ma anche a latitudini più vicine. «In Svizzera – spiega Ermotti- abbiamo realizzato risultati ottimi. Ubs va molto bene quindi anche sul mercato domestico. Per quel che riguarda il Ticino, mi sembra che la regolarizzazione dei capitali legata alla voluntary disclosure italiana stia toccando soprattutto i clienti della fascia retail, mentre i clienti con patrimoni più consistenti avevano in gran parte già regolarizzato con gli scudi fiscali degli anni passati. Per le attività dirette di Ubs in Italia, siamo pure molto soddisfatti».
I commenti di molti analisti sui risultati Ubs sono stati positivi. In Borsa il titolo ha però chiuso la seduta di ieri a -1,62%. Sul ribasso di giornata hanno influito diversi elementi. L’andamento dei principali indici borsistici, compreso quello di Zurigo, era ieri negativo. Inoltre parte degli operatori attendeva risultati persino migliori, dopo alcune indiscrezioni della vigilia sulla stampa svizzera (Ubs anche per questo ha anticipato di un giorno la pubblicazione dei dati). Infine, l’azione Ubs era reduce da una serie di rialzi e una fetta di operatori probabilmente ha scelto la classica realizzazione dei guadagni.
Ubs ha anche annunciato la creazione di un nuovo ramo servizi. «Con la creazione della nuova società di servizi nel terzo trimestre – afferma Ermotti – emergerà ancora più chiaramente la nuova struttura del gruppo, che ha avuto come tappe fondamentali nei mesi scorsi la nascita di Ubs Group e Ubs Switzerland. Sono importanti i riflessi di questa struttura sullo sviluppo delle nostre attività ed anche sul livello dei mezzi propri, voluto dalle autorità di regolamentazione. In pratica, portiamo a casa il too big to fail, evitiamo i meccanismi del troppo grande per fallire. Rispondiamo alle nuove regole e assicuriamo in questo modo che lo Stato non dovrà intervenire in futuro neppure se si verificasse il caso peggiore, che è peraltro ora escluso».