Mentre mette a segno un forte rialzo dei profitti, Ubi banca taglia di un terzo il personale delle tre good bank acquistate. È prevista la riduzione di 1.569 dipendenti di BancaEtruria, Banca Marche e Carichieti entro il 2020. Il piano industriale contiene una riduzione di 200 milioni di euro di oneri operativi anche attraverso la soppressione di 140 filiali. Victor Massiah, consigliere delegato di Ubi, ritiene inevitabili i tagli al personale: «Dobbiamo senza alcuna finzione ricordare che le tre banche che arrivano, e le altre società loro collegate, giungono da un contesto di grande crisi, di grande difficoltà. Questo implica inevitabilmente delle azioni cosiddette di turnaround, che vanno innanzitutto a incidere sulla struttura dei costi e sulla qualità del credito. Allo stesso tempo, però, la pulizia che è stata fatta sulla situazione del credito non performante migliorerà nettamente il costo del rischio». Massiah ha definito l’acquisto delle tre banche «un’operazione importante, che mantiene l’obiettivo che ci eravamo dati all’inizio di arrivare a oltre 100 milioni di utili apportati dal gruppo delle tre banche dopo, evidentemente, la cura».
Intanto, nel trimestre, Ubi ha realizzato un utile netto di 67 milioni di euro, in crescita del 59,4% rispetto allo stesso periodo del 2016. Il risultato include l’ulteriore svalutazione del fondo Atlante per 13,5 mln. I crediti deteriorati sono scesi del 18,5% al lordo e del 26% al netto. La raccolta da clientela è ammontata a 153,8 miliardi dai 146,9 di marzo 2016. Il Cet1 fully loaded era all’11,29% dall’11,22% di dicembre.
Il nuovo piano industriale al 2020, che comprende le good bank, vede un utile netto di 1,12 miliardi, con un Cet1 del 13% includendo i 400 milioni di aumento di capitale. Sui dividendi è prevista una «solida politica», con la distribuzione del 40% dell’utile.