16.05.2012

Ubi porta il Core Tier 1 al 9,01%

  • Il Sole 24 Ore

Patrimonio più solido per Ubi, che chiude il primo trimestre dell’anno con l’utile in crescita del 63,1% a 105,4 milioni di euro. A marzo l’istituto guidato da Victor Massiah ha raggiunto infatti un Core Tier 1 del 9,01% dall’8,56% di fine 2011, superando così l’asticella del 9% richiesta dall’European banking authority, al netto dello shortfall sui titoli di Stato. Un risultato raggiunto soprattutto grazie a una ottimizzazione degli impieghi. Le attività ponderate per il rischio sono scese da 91 miliardi a fine dicembre 2011 a 88,3 miliardi di fine marzo 2012. E nel contempo il volume medio degli impieghi ha registrato una contrazione, riducendosi dai 97 miliardi di marzo 2011 a 92,3 miliardi (-4,8%). Con più patrimonio di qualità in tasca, Ubi ha così registrato un rafforzamento degli indici indicati dall’Eba. Da colmare rimane però un importo sostanzialmente pari al mark to market dei titoli italiani in portafoglio al 30 settembre 2011, che valgono circa 80-85 punti base di Core Tier 1. Per farlo, il gruppo ha ancora diverse carte in mano. La più importante delle quali è l’adozione del modello avanzato sui rischi di credito corporate e operativi, la cui validazione dovrebbe arrivare nelle prossime settimane da parte di Banca d’Italia e che dovrebbe valere circa 60 punti di Core Tier 1.
Il trimestre ha fatto registrare come detto un forte aumento dell’utile netto, salito del 63,1%, a 105,4 milioni. Determinante è stato il buon andamento dell’attività di trading sui titoli di stato italiani, che proprio tra gennaio e marzo hanno registrato una rivalutazione sulle scadenze più brevi. Nel complesso l’attività ha fruttato circa 100 milioni di euro. Da segnalare invece l’aumento dei crediti netti deteriorati, che in termini di stock ammontano a 6,7 miliardi di euro, pari al 6,9% del totale crediti netti contro il 6,3% di dicembre 2011. Colpa della riduzione degli impieghi e del peggioramento dell’economia reale. Per il 2012, ha segnalato ieri la banca in una nota in cui esprime cautela, è «prevedibile un miglioramento dell’utile al netto delle poste non ricorrenti rispetto al 2011».