Per fortuna il meccanismo di «porte girevoli» che determina la composizione del Ftse Mib di Piazza Affari è regolato da disposizioni precise, oggettive e inderogabili. Perché se a guidarlo fosse invece stata una persona la si potrebbe facilmente pensare dotata di una bizzarra ironia. A sostituire ieri le azioni Ubi Banca all’interno del paniere principale di Piazza Affari, dopo il successo dell’offerta pubblica lanciata da Intesa Sanpaolo, sono stati infatti di titoli di Banca popolare dell’Emilia Romagna.
Quest’ultima è parte in causa nell’operazione guidata da Ca’ de Sass, visto che acquisirà 500 sportelli dal nuovo gruppo per andare incontro alle richieste antitrust, ma soprattutto era una delle principali candidate a un’ipotetica aggregazione con la ex-popolare Lombarda per la creazione del «Terzo Polo» italiano, se non fossero arrivate appunto le avances di Intesa. L’avvicendamento ha per il momento portato bene a Bper, in rialzo del 5,8% nel giorno della pubblicazione dei dati di bilancio, e anche a Ubi (+1,27%), che però dovrà presto abbandonare l’intero listino dopo l’Opa di Intesa sulle poche azioni residuali.