Ed è una «frase nuova», che ha dato una spinta ai mercati, da una parte facendo salire i listini e dall’altra riducendo gli spread. Ieri il differenziale tra i Btp decennali e Bund tedeschi di uguale durata si è ristretto a 155 punti da 161 con il tasso dei titoli italiani al 2,37%. Le Borse europee, dopo il primo rialzo alle parole di Draghi, hanno frenato riducendo in chiusura i guadagni, con Piazza Affari che invece ha virato perdendo lo 0,73%. E ciò anche perché ieri Draghi ha sì schiarito l’orizzonte della Bce, dissipando i timori di un contrasto con alcuni governatori — Jen Weidmann, capo della Bundesbank in testa — ma ha anche disegnato un quadro più severo delle prospettive dell’economia dell’eurozona. «Si è assistito a un indebolimento della crescita e ci sono segnali che indicano una revisione al ribasso delle previsioni mentre l’inflazione, ora stabile, tornerà a crescere nel 2015 e 2016», ha detto aggiungendo che sulla crescita pesano «l’alta disoccupazione e anche rischi geopolitici» che frenano la fiducia. «Sappiamo che vi sono rischi di un peggioramento dell’economia e che dobbiamo essere pronti» ha detto ancora il banchiere centrale italiano sollecitando una volta di più i governi a realizzare le riforme e a non vanificare gli sforzi fatti sul riequilibrio dei bilanci.
Ed ecco le misure della Bce, che hanno rappresentato il terreno della discussione, e che porteranno il bilancio della Bce allo stesso livello del «marzo 2012», cioè lo faranno aumentare di circa 1.000 miliardi di euro. Una liquidità che verrà immessa nel sistema per riattivare l’economia. Non c’è però nulla di nuovo sulle misure se non i numeri. Draghi ha ribadito la prosecuzione dei programmi di Tltro, cioè di prestiti alle banche finalizzati ai finanziamenti a famiglie e imprese (la seconda asta ci sarà l’11 dicembre), nonché di quelli di acquisto di covered bond , cioè di obbligazioni bancarie garantite, già iniziato e di acquisto di Abs (titoli cartolarizzati) che inizieranno a breve, dureranno due anni e avranno un «rischio minimo».