Volano le Borse dopo la tregua sui dazi tra Stati Uniti e Cina, raggiunta sabato a Buenos Aires tra il presidente americano Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping. Il congelamento temporaneo delle tariffe, che sarebbero dovute scattare dal prossimo gennaio, è un segnale di distensione che lascia trasparire una semplice verità: un rallentamento del commercio internazionale e le conseguenze sull’economia globale non conviene a nessuno, né a Trump né a Xi.
Il presidente americano, che già deve fare i conti con il rialzo dei tassi di interesse della Fed, sa che i dazi all’import cinese comporteranno un rincaro dei prezzi per i consumatori americani. Dal canto suo, il presidente cinese non può permettersi una frenata troppo brusca dell’economia, già messa a dura prova dal calo dei mercati finanziari che ha indebolito soprattutto le Pmi più innovative, abituate a usare i valori di Borsa come garanzia del loro indebitamento, mentre le grandi società più indebitate sono costrette a rivedere le strategie di sviluppo.
All’euforia degli investitori ha contribuito la notizia, anticipata via Twitter da Trump, che la Cina ha accettato di ridurre e rimuovere i dazi, attualmente al 40%, sulle auto importate dagli Stati Uniti. Un passo importante per negoziare la pace commerciale (entro 90 giorni), visto che l’export di auto americane verso la Cina l’anno scorso è stato pari a 9,5 miliardi, secondo.
I mercati hanno brindato. Prima quelli asiatici, con Tokyo in rialzo dell’1%, Hong Kong del 2,55% e Shanghai del 2,57%: Poi le Borse in Europa, dove Milano è stata la migliore, chiudendo in salita del 2,26%. Segno più anche per tutti gli altri listini: Francoforte +1,85; Londra +1,18%; Madrid +1,13%; e Parigi +1%. Stesso copione Oltreoceano, con l’indice Dow Jones in aumento di oltre l’1%, mentre l’indice dei titoli tecnologici Nasdaq ha guadagnato l’1,51% , grazie alla spinta.
Giuliana Ferraino