La proposta infatti è stata resa nota ufficialmente da Oi che ha comunicato di aver ricevuto, attraverso il suo advisor strategico Btg Pactual, una missiva da parte di LetterOne «contenente una proposta per avviare trattative esclusive per una potenziale transazione con l’obiettivo di un possibile consolidamento del settore delle telecomunicazioni brasiliane che includa una potenziale business combination con Tim Partecipaçoes». La proposta è stata ricevuta venerdì da Oi che, si legge nella nota, la valuterà insieme ai suoi advisor legali e finanziari.
Bizzarro: possibile che Fridman non ne abbia parlato prima con Telecom? Da quel che risulta, infatti, l’oligarga russo avrebbe illustrato la sua proposta alla controparte italiana che, ritenendola irricevibile, non è neppure andata avanti ad approfondire il tema. Tant’è che ieri Tim Participaçoes, holding locale di Tim Brasil, si è affrettata a gettare acqua sul fuoco: in merito alla comunicazione effettuata in giornata da Oi circa la proposta ricevuta dalla società d’investimento LetterOne, la controllata carioca di Telecom ha dichiarato che «non c’è alcun negoziato in corso con le parti di cui sopra in relazione a qualsiasi potenziale consolidamento nel mercato brasiliano».
Cosa c’era di tanto irricevibile nell’avance russa lo si capisce dai valori in gioco. Alle quotazioni della Borsa di San Paolo di ieri, nell’aggregazione tra Oi e Tim Brasil (che capitalizza poco meno di 4,8 miliardi di euro), LetterOne avrebbe più del 40%, mentre Telecom Italia, che di Tim Brasil controlla i due terzi del capitale, sarebbe solo il secondo azionista con una quota intorno al 36%. Quando Telecom aveva guardato a Oi, la condizione di base per qualsiasi ipotesi era il controllo dell’entità combinata con almeno il 51%. Poi l’ipotesi è rimasta in stand-by in attesa di capire se si sarebbero sciolti i nodi politico-regolamentari: in particolare su Oi pende il rischio di un contenzioso dell’ordine di 7 miliardi di reais, un rischio in grado di vanificare le sinergie potenziali dall’unione dei due gruppi che erano appunto state stimate nell’ordine di 7 miliardi.
Il presidente dell’Anatel (l’Authority brasiliana delle tlc), Joâo Rezende, ha detto di non essere stato informato dell’iniziativa di LetterOne. L’ad di Telecom, Marco Patuano, in questi giorni è in Brasile per partecipare al Futurecom e magari dirà la sua.
La cosa però potrebbe non essere finita qui. Tant’è che alla Borsa di San Paolo i titoli delle società coinvolte hanno preso il volo, con Oi che ha guadagnato più del 10%,mentre Tim Participaçoes si è fermata al 5,8%. Fiammata anche su Telecom Italia che in Piazza Affari, sulla notizia, era balzata di oltre il 4% per poi chiudere con un rialzo limitato all’1,66% e quotazioni finali di 1,162 euro.