Anche nelle ultime ore, Bolloré va ripetendo ad amici e conoscenti italiani, l’intenzione di giocare in Telecom il ruolo «affidabile» dell’«azionista industriale». La quota iniziale dell’8,5% sarà probabilmente arrotondata al 10-12% per dare un ulteriore segnale di impegno di lungo periodo. Con queste credenziali e rassicurazioni, Bolloré si presenterà entro l’estate alle Autorità italiane e probabilmente anche al governo di Matteo Renzi. Dove è alta l’attenzione sui destini della compagnia delle tlc, sempre più intrecciati con la partita sulla banda larga dei produttori di contenuti come la Mediaset di Silvio Berlusconi, del quale Bolloré è amico di lunga data e della Sky di Rupert Murdoch, con il quale invece i rapporti, almeno in passato, non sono mai stati distesi.
Ha ribadito di recente il presidente di Telecom, Giuseppe Recchi: «Rifiutiamo la logica che gli investimenti stranieri in Telecom siano pericolosi: chiunque porta capitali e competenze contribuisce a fare il nostro gruppo più forte. Per Recchi, una collaborazione fra Telecom ed Enel per la creazione della rete in fibra ottica «è una cosa che ha molto senso» e «i tecnici si stanno parlando in questi ultimi giorni».
Il progetto di scissione prevede che siano assegnate a quattro newco, interamente controllate da ciascuno dei quattro azionisti, le rispettive quote. I soci italiani hanno già dichiarato l’intenzione di disimpegnarsi. Gli spagnoli scambieranno le azioni con Vivendi per chiudere l’ acquisto della brasiliana Gvt.