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La Repubblica
09/05/14
La Bce rinvia a giugno l’atteso taglio dei tassi. Il presidente Mario Draghi ribadisce che, se necessario, in quell’occasione è pronto ad agire pure con “misure non convenzionali” per sventare i rischi di un periodo troppo prolungato di bassa inflazione e sostenere l’economia.
Draghi risponde anche a domande sulle spinte antieuro che arrivano da diversi paesi, Italia compresa. E dunque: uscire dalla moneta unica? “Io non voglio tornare alle crisi degli ‘70, ‘80 e persino dei primi anni ‘90. L’integrazione che abbiamo costruito ha portato molti benefici”. I movimenti anti-euro sono comunque “espressione di democrazia”; il tasso di cambio forte è «motivo di preoccupazione». Ai paesi con una ripresa lenta raccomanda di «perseverare nelle riforme», a quelli con squilibri chiede «azioni decisive» per non compromettere i progressi ottenuti. Gli risponde il ministro Pier Carlo Padoan: «Il rinvio del pareggio di bilancio è stato chiesto per il peggioramento del clima economico e per poter pagare i debiti della pubblica amministrazione». Il rinvio sui tassi, comunque, piace ai mercati: le Borse guadagnano e Milano chiude con un +2,3%. Lo spread scivola a quota 147, il minimo da maggio 2011. E l’agenzia di rating Moody’s dà fiducia all’Italia: nel 2015 il Pil può crescere anche del 2%.
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