Tasse a settembre causa Covid. La pandemia globale ha scatenato un effetto a catena anche in campo fiscale con una sequela di rinvii, sospensioni e nuovi calendari che hanno generato «l’ingorgo di luglio». In realtà il Dpcm di giugno aveva già disposto un rinvio al 20 luglio del versamento di imposte e contributi relativi alle dichiarazioni fiscali per i titolari di partita iva. Ma potrebbe non bastare.
A sostenerlo a gran voce sono i commercialisti italiani che hanno deciso di scrivere una lettera a perta al premier Conte e al ministro dell’Economia Gualtieri. «Essendo ormai imminente la scadenza del prossimo 20 luglio — ricorda Massimo Miani, presidente dei commercialisti — si rinnova come urgente priorità di tutti gli oltre 118 mila iscritti al nostro Ordine professionale la richiesta di proroga al 30 settembre del termine per i versamenti relativi alle dichiarazioni dei redditi e dell’Irap 2020. Una proroga che peraltro è necessario disporre o annunciare ufficialmente con il massimo anticipo possibile rispetto alla data del 20 luglio, risolvendosi altrimenti in un ingiustificato “premio” a vantaggio dei contribuenti meno rispettosi delle scadenze».
La giornata del 20 luglio, infatti, si presenta come una sorta di «bollino rosso» del fisco: una particolare concentrazione di adempimenti che vanno dal pagamento del diritto annuale alla Camera di Commercio, all’imposta di bollo sulle fatture elettroniche emesse nel 2° trimestre per importi superiori a mille euro. E poi versamento dell’imposte e contributi previdenziali e assistenziali sulla base della dichiarazione dei redditi per titolari di partita iva e soci di società. Il tutto senza dimenticare che il 31 luglio si conclude con il botto: presentazione del modello per il rimborsi Iva trimestrale e quello per le operazioni effettuate con l’estero. Ecco perché la priorità adesso è la proroga almeno della dichiarazione dei redditi e dell’Irap. «Tutti gli adempimenti straordinari varati in questi mesi — continua Miani — uniti alle limitazioni lavorative per i dipendenti degli studi professionali a causa delle misure anti-contagio, hanno inevitabilmente sottratto il tempo necessario per la predisposizione delle dichiarazioni. Se a ciò si aggiunge la carenza di liquidità che colpisce gran parte dei contribuenti, si comprende la necessità di un rinvio al 30 settembre».