Oggi ci sarà già un primo incontro tra Tesoro e Anci, ma solo a livello tecnico perché la decisione finale non è ancora maturata e probabilmente sarà nelle mani del premier Matteo Renzi. Il problema è sempre quello di che fare in quei Comuni che non avranno emanato entro i termini di legge, cioè entro venerdì prossimo, la delibera che fissa le aliquote della Tasi. Ma è difficile che, visti gli impegni elettorali, un decreto possa arrivare prima del verdetto delle urne del prossimo fine settimana.
Ma vediamo le ipotesi in campo.
1) Rinvio per tutti i Comuni del pagamento della Tasi su prima a seconda casa al 16 settembre, con relative delibere da assumere entro il 31 luglio. Eviterebbe la confusione, allineando i tempi per tutti. La seconda rata andrebbe saldata a dicembre. Una variante di questa ipotesi è un mini rinvio per tutti al 16 luglio, che però costringerebbe i Comuni a un tour de force , con la possibilità di un rinvio al 16 settembre.
2) Rinvio al 16 settembre (o al 16 luglio) ma soltanto per i Comuni che non avranno assunto le delibere sulle aliquote entro venerdì prossimo. Gli altri applicherebbero le delibere assunte.
3) Nessun rinvio: si applica la norma così com’è attualmente: nei Comuni in cui si sarà stata assunta per tempo la delibera, questa verrà applicata. In quelli che non l’avranno fatto, i proprietari di prime case pagheranno tutto in una sola rata a dicembre. I titolari di seconde case pagheranno l’Imu al 50% e la Tasi in base all’aliquota dell’1%. Salvo conguaglio a dicembre. In questo caso resterebbe il nodo della quota che spetta agli inquilini, che può variare tra il 10 e il 30%, e che sarebbe impossibile definire in via forfettaria.