Ma a questo punto tornano a centrocampo coloro che avevano deciso di non accettare le condizioni di Buenos Aires. Tra questi, oltre ai fondi Usa, molti italiani. In un rapporto del Congressional research Service del febbraio 2013 che faceva il punto sui creditori che ancora non avevano trovato un’intesa con l’Argentina erano citati gli hedge fund Usa, il Club di Parigi (con cui il ministro dell’Economia Axel Kicillof tratta da mesi) e i risparmiatori italiani ancora in possesso di Tango bond «originali» con titoli per circa un miliardo di dollari. Ieri lo spread dei titoli argentini è balzato sopra gli 880 punti sui Treasury bond Usa (cioè un rendimento dell’8,8% in più che se per un verso fa guadagnare molto gli stessi creditori, dall’altra dovrebbe far tremare loro i polsi). La Borsa di Buenos Aires ha dato segnali positivi mostrando di credere al compromesso. Tutti sono all’opera per spegnere l’incendio argentino. Ma se mai si realizzasse il default sarebbe addirittura il terzo della storia: il Club di Parigi venne istituito nel 1956 proprio per dirimere le controversie tra l’Argentina e le altre nazioni creditrici.
Tango Bond di nuovo a rischio La beffa per i risparmiatori
Ma a questo punto tornano a centrocampo coloro che avevano deciso di non accettare le condizioni di Buenos Aires. Tra questi, oltre ai fondi Usa, molti italiani. In un rapporto del Congressional research Service del febbraio 2013 che faceva il punto sui creditori che ancora non avevano trovato un’intesa con l’Argentina erano citati gli hedge fund Usa, il Club di Parigi (con cui il ministro dell’Economia Axel Kicillof tratta da mesi) e i risparmiatori italiani ancora in possesso di Tango bond «originali» con titoli per circa un miliardo di dollari. Ieri lo spread dei titoli argentini è balzato sopra gli 880 punti sui Treasury bond Usa (cioè un rendimento dell’8,8% in più che se per un verso fa guadagnare molto gli stessi creditori, dall’altra dovrebbe far tremare loro i polsi). La Borsa di Buenos Aires ha dato segnali positivi mostrando di credere al compromesso. Tutti sono all’opera per spegnere l’incendio argentino. Ma se mai si realizzasse il default sarebbe addirittura il terzo della storia: il Club di Parigi venne istituito nel 1956 proprio per dirimere le controversie tra l’Argentina e le altre nazioni creditrici.