Dura presa di posizione del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, sullo spinoso tema dell’addendum della Bce alle linee guida sui crediti deteriorati delle banche. Questo documento, che avrebbe dovuto essere varato a inizio anno, è slittato a metà marzo dopo le contestazioni dei servizi giuridici dello stesso parlamento e del Consiglio Ue.
Se la Vigilanza dovesse riprovare la manovra, ha detto Tajani, e «tentasse in via surrettizia di avviare un’attività pseudo legislativa, sarei costretto ad andare di fronte alla Corte di giustizia europea. Mi auguro che non accada, ma noi saremo pronti.
Tajani ha quindi rincarato la dose: «Non immagini la signora (Danièle Nouy, a capo della Vigilanza, ndr) di ritentare la stessa operazione dopo che il servizio giuridico del parlamento europeo ha confermato la giustezza della nostra posizione. Difendiamo il diritto del parlamento a essere legislatore, pretendiamo che sia la Commissione a fare le proposte e che sia il Parlamento a decidere. Il potere legislativo spetta a chi rappresenta il popolo». Il presidente dell’assemblea parlamentare ha osservato che sui crediti deteriorati si è opposto «al capriccio di una tecnocrate della vigilanza che si era arrogata il diritto di prendere il posto del legislatore: sono stato costretto a farlo. La signora è stata costretta, intanto, a fare un passo indietro».