Il nuovo amministratore delegato di Unicredit, quando verrà individuato, dovrà prendere in mano le redini di un istituto da rimettere in piedi dal punto di vista commerciale: la perdita attesa per l’intero 2020, secondo il consensus degli analisti diffuso ieri dalla banca, è di 2,3 miliardi di euro. Peserebbero in particolare le svalutazioni sui crediti deteriorati, stimate in 5,2 miliardi di cui 2,2 miliardi sono nel quarto trimestre, oltre a oneri di integrazione e altri costi per ulteriori 2 miliardi. Insomma Jean Pierre Mustier lascerebbe una banca ripulita dalle spese e solida come patrimonio al 14,2%. Toccherà al prossimo ceo — sono sempre dati in short list Andrea Orcel, Fabio Gallia e Flavio Valeri, che il board dovrebbe scegliere e ufficializzare entro il 10 febbraio — focalizzarsi sulla spinta commerciale per migliorare gli attivi e incrementare i ricavi; gli analisti stimano di fatto fermi nel 2021 e nel 2022 i ricavi da interessi e in lieve crescita quelli da commissioni. In questo contesto le operazioni straordinarie non appaiono la priorità , ad esclusione di Mps, che dipenderà dalla dote concessa dal governo: ma è un’incognita in più, data la possibile crisi dell’esecutivo.
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Il Corriere della Sera
26/01/21
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