Contributi a fondo perduto ed esenzioni fiscali. Sono queste le principali opportunità offerte alle start-up innovative dalle regioni italiane che riconoscono in queste particolari tipologie di società uno strumento strategico per lo sviluppo del territorio e per la crescita occupazionale.
Da quanto è possibile desumere dai bandi pubblicati da alcune amministrazioni regionali fino a fine anno, e a seconda dei casi, le start-up in possesso di determinati requisiti potranno inoltrare le domande per accedere ai cospicui fondi messi a disposizione.
I contributi a fondo perduto dell’Umbria. Con una dote di 2 milioni di euro la regione Umbria intende sostenere la creazione di start-up innovative ad alta intensità di applicazione di conoscenza e le iniziative di spin-off della ricerca ai fini della valorizzazione economica dei risultati dello sviluppo di nuovi prodotti, processi e servizi ad alto contenuto innovativo. Non da ultimo l’obiettivo della regione è attivare le potenzialità locali facendo leva su asset regionali, talenti, attraverso l’accesso ai risultati della ricerca e la promozione della nuova imprenditorialità.
Società di capitali (comprese le srl unipersonali, le srl semplificate e le imprese cooperative) devono essere configurate in una delle seguenti tipologie:
– start-up ad alto contenuto tecnologico;
– spin-off aziendali, ovvero una nuova unità economica costituita da alcuni soggetti che provengono da un’impresa esistente, che si distingue per il grado di innovatività;
– spin-off accademici a elevate competenze scientifiche.
Per essere ammissibili i progetti dovranno essere in possesso dei requisiti della innovatività, della validità tecnico-economica progetto e dell’equilibrio finanziario e presentati entro il 30 dicembre 2016.
Il contributo a fondo perduto è concedibile fino al 40% della spesa ritenuta ammissibile, il cui ammontare complessivo non può essere inferiore a 30 mila e né superiore a 500 mila, che comprende dalle spese di costituzione alla locazione dei laboratori, dai macchinari e attrezzature all’acquisto di brevetti, dalle consulenze esterne al costo del personale dipendente sostenuto direttamente dall’azienda beneficiaria per lo sviluppo sperimentale di un brevetto e/o un prototipo.
I 6 milioni di euro stanziati dal Veneto. Concedendo contributi alle start-up innovative, la regione Veneto punta ad aumentare la competitività del sistema produttivo locale attraverso lo sviluppo di nuova cultura imprenditoriale.
La dotazione finanziaria complessiva è di 5 milioni di euro (4 milioni per la creazione e un milione per il consolidamento delle start-up). Le agevolazioni sono dirette alle pmi venete e per le start-up già avviate possono partecipare anche spin off della ricerca.
I progetti di creazione di start-up innovative che, per la loro attività usufruiscono dei servizi offerti da un incubatore presente sul territorio della regione, devono prevedere lo sviluppo di attività imprenditoriali e di incubazione, negli ambiti di specializzazione a forte contenuto innovativo, in particolare Ict, high tech, nonché a forte contenuto creativo, proponendo progettualità basate sulla ricerca e innovazione in grado di indirizzare la trasformazione del settore manifatturiero verso nuovi sistemi di prodotto, processi/tecnologie, sistemi produttivi o lo sviluppo di nuovi modelli di business, organizzativi, di gestione finanziaria e di processi di commercializzazione dei risultati della r&s.
Le spese ammissibili possono riguardare investimenti, spazi di lavoro, strumenti e attrezzature, consulenze e servizi esterni, spese di costituzione (in generale le spese devono essere comprese tra un minimo di 5 mila euro e un massimo di 30 mila euro). L’agevolazione, nella forma di contributo in conto capitale, è pari all’80% della spesa rendicontata ammissibile per la realizzazione del progetto. Per quanto riguarda la sezione relativa al consolidamento di start-up già avviate sono ammissibili le spese comprese tra un minimo di 20 mila euro e un massimo di 200 mila euro. L’agevolazione, nella forma di contributo in conto capitale, è pari al 60% della spesa ammissibile per la realizzazione del progetto. Per entrambe le sezioni la domanda va presentata entro il 27 ottobre 2016.
L’esenzione fiscale del Lazio. Le start-up innovative che abbiano almeno una sede operativa nel Lazio e abbiano effettuato versamenti Irap per i primi due esercizi fiscali senza aver già ottenuto da altre amministrazioni la restituzione delle somme, potranno ottenere il rimborso, totale o parziale, dell’Irap dei primi due esercizi fiscali (la richiesta può riguardare anche un solo esercizio). L’obiettivo dell’amministrazione laziale è quello di favorire la crescita sostenibile, lo sviluppo tecnologico, la nuova imprenditorialità e l’occupazione, in particolare giovanile, sul proprio territorio.
Le risorse stanziate per il 2016, pari a un milione di euro, saranno utilizzate per concedere contributi a fondo perduto in misura massima pari all’entità degli oneri di natura fiscale, relativi all’Irap, sostenuti come start-up innovativa nei primi due esercizi fiscali.
Per ottenere il contributo le start-up devono risultare iscritte nella apposita sezione speciale del registro delle imprese tenuto dalle Cciaa competenti e avere almeno una sede operativa nel Lazio. Inoltre non devono aver commesso violazioni, definitivamente accertate, rispetto agli obblighi relativi al pagamento delle imposte e tasse, secondo la legislazione vigente. Le richieste di contributo devono essere presentate dal 1° al 15 settembre 2016.
Le strategie di avvio ed espansione dell’Emilia-Romagna. Anche per la regione Emilia Romagna l’avvio e il consolidamento di start-up innovative ad alta intensità di conoscenza rappresenta un obiettivo strategico per lo sviluppo del territorio. Con una dotazione finanziaria di 6.028.065 euro, gli incentivi concessi dalla regione mirano a favorire la nascita e la crescita di start-up in grado di generare nuove nicchie di mercato attraverso nuovi prodotti, servizi e sistemi di produzione a elevato contenuto innovativo, nonché a generare opportunità occupazionali. Il contributo è rivolto alla valorizzazione economica dei risultati della ricerca e non al finanziamento della ricerca stessa.
Le agevolazioni sono riservate alle piccole e micro imprese, regolarmente costituite come società di capitali (incluse srl, uninominali, consorzi, società consortili, cooperative), dei settori agroalimentare, edilizia e costruzioni, meccatronica e motoristica, industria della salute e del benessere, industrie culturali e creative, innovazione nei servizi. Per i progetti di avvio di attività (tipologia A) possono presentare domanda le imprese costituite successivamente al 1° gennaio 2013. Per i progetti di espansione di start-up già avviate (tipologia B) possono presentare domanda le imprese costituite dopo il 1° marzo 2011.
Per gli interventi di tipologia A sono ammessi costi riguardanti macchinari, hardware e software, affitto e noleggio laboratori e attrezzature scientifiche, brevetti e licenze e/o software da fonti esterne, spese di costituzione, spese promozionali e consulenze esterne specialistiche non relative all’ordinaria amministrazione.
Per gli interventi di tipologia B sono ammessi costi riguardanti l’acquisizione di sedi produttive, logistiche, commerciali, macchinari, attrezzature, hardware e software, spese di affitto e noleggio laboratori e attrezzature scientifiche, brevetti e licenze, spese promozionali e consulenze esterne specialistiche non relative all’ordinaria amministrazione.
Per i progetti imprenditoriali il bando indica i costi minimi da sostenere per ottenere le agevolazioni, articolati per tipologia di progetto:
– sviluppo produttivo di risultati di ricerca o sviluppi tecnologici: 80 mila euro per la tipologia A (avvio); 150 mila euro per la tipologia B (espansione);
– applicazioni digitali avanzate nelle industrie culturali e creative, nell’innovazione sociale, nei servizi ad alta intensità di conoscenza: 50 mila euro per la tipologia A (avvio); 80 mila euro per la tipologia B (espansione).
L’agevolazione consiste in un contributo in conto capitale, corrispondente al 60% della spesa ritenuta ammissibile. È prevista una maggiorazione del contributo del 10% per i progetti che prevedono alla loro conclusione un incremento di dipendenti assunti a tempo indeterminato (con contratti a tempo pieno o a tempo parziale per almeno l’80% del tempo) rispetto a quelle in organico al momento della presentazione della domanda, pari a:
– almeno 2 unità, per la tipologia A;
– almeno 3 unità, per la tipologia B.
Il contributo concedibile non potrà, in ogni caso, superare gli importi di seguito indicati:
– 100 mila euro per la tipologia A;
– 250 mila euro per la tipologia B.
Le domande possono essere presentate fino alle ore 17 del 30 settembre 2016 esclusivamente online, tramite l’applicativo disponibile sul sito della Regione Emilia-Romagna.
Bruno Pagamici