Un documento semplificato per le Pmi quotate – che tiene conto del contenuto minimo previsto dalla Csrd e della necessità di definire i requisiti informativi della «catena del valore» – e uno autonomo, di natura volontaria, per le Pmi non quotate, per consentire a queste imprese non obbligate alla rendicontazione di iniziare il percorso di sostenibilità e di soddisfare le richieste informative provenienti da finanziatori, investitori e clienti aziendali.
È quanto emerso nella riunione del 29 novembre dell’Efrag per l’esame e l’approvazione delle bozze degli standard del reporting di sostenibilità per le Pmi. Il testo verrà sottoposto alla consultazione pubblica.
Standard per le Pmi non quotate
La struttura degli standard per le Pmi (Voluntary standards for non-listed SMEs o VSME) prevede un modulo base e due moduli aggiuntivi: modulo narrativo (Politiche azioni e obiettivi o Pat) e modulo business partners.
Il «modulo base», punto di ingresso per le Pmi non quotate, utilizza un linguaggio semplificato e non dovrebbe richiedere l’assistenza di consulenti. Tutti i dati devono essere inclusi senza valutazioni di materialità, rendendo l’utilizzo ideale per le micro-Pmi. Per agevolare la valutazione degli obblighi di divulgazione l’analisi di materialità è stata sostituita con il concetto «se applicabile». In pratica, non è richiesta alcuna informativa specifica quando le circostanze aziendali non giustificano la divulgazione di un particolare datapoint, come indicato nelle pertinenti disposizioni.
Il «modulo narrativo» prevede l’analisi di materialità finanziaria e di impatto (cosiddetta doppia materialità). È necessario quindi condurre un esame per identificare le questioni di sostenibilità rilevanti per l’azienda. Questo modulo mira a fornire una rappresentazione equilibrata delle politiche, delle azioni e degli obiettivi dell’azienda (Policies, actions e targets o Pat) per affrontare le questioni di sostenibilità, evitando il greenwashing. La divulgazione riguarda solo le Pat attive, senza richiedere informazioni per le questioni materiali prive di Pat. Si prevede che questo modulo verrà utilizzato dalle aziende che hanno già iniziato il loro percorso verso la sostenibilità e dispongono di Pat da descrivere.
Il «modulo business partners» si concentra sulle metriche richieste ai partecipanti ai mercati finanziari, in conformità con quanto previsto dalle normative di finanza sostenibile dell’Ue. Esso include anche altre metriche rilevanti per le controparti aziendali. L’analisi di materialità è richiesta per divulgare solo i Kpi rilevanti. Questo modulo è destinato alle Pmi che devono soddisfare le richieste informative di banche e imprese, fornendo loro i dati necessari per gestire il profilo di sostenibilità in relazione ai rapporti commerciali.
Il Vsme richiede di redigere la relazione su base individuale, con la raccomandazione di utilizzare l’approccio consolidato quando l’impresa è una capogruppo. Lo standard pur non richiedendo informazioni specifiche sull’entità, ritiene opportuno, a seconda dell’attività svolta, che si includano informazioni aggiuntive (metriche e/o informative narrative) sulle questioni comuni relative al settore dell’impresa, in quanto ciò migliora la qualità del reporting.
L’informativa sulle emissioni scope 3 di gas serra, ossia quelle indirette legate alle attività a monte o a valle delle operazioni aziendali, e quella sulla eleggibilità e allineamento delle attività aziendali alla tassonomia Ue sono state considerate troppo complesse e premature, poiché in questa fase non sono ancora disponibili strumenti calibrati per le Pmi.
Nella consultazione sarà pertanto inclusa una domanda specifica per capire come procedere su questo punto.
Standard per le Pmi quotate
La bozza dell’Esrs per le Pmi quotate (listed-Smes o Lsme) è stata sviluppata nella prospettiva di dichiarazione individuale e tenendo conto del suo ruolo nella definizione dei requisiti informativi della “catena del valore”. La Csrd identifica, infatti, nello Lsme e non nello Vseme lo standard che definisce le richieste di dati da parte delle grandi imprese della catena del valore.
Le principali semplificazioni implementate nella bozza dello standard Lsme, rispetto agli standard emanati per le imprese più grandi, includono la prospettiva individuale con l’inclusione delle imprese controllate come relazioni commerciali tramite la catena del valore, la natura volontaria degli impatti e delle opportunità e un approccio «segnala se ce l’hai» per vari aspetti (ad esempio, obiettivi, due diligence, coinvolgimento delle parti interessate e processi per rimediare agli impatti negativi).
Vi è anche l’introduzione del principio dello «sforzo ragionevole» in alcuni obblighi informativi trasversali, un’architettura semplificata e maggiori requisiti di divulgazione volontaria.