Per ora il governo rimane sulla sua posizione, che sposta al 2017 il pareggio di bilancio e punta per il 2015 ad una manovra espansiva finanziata in deficit per una decina di miliardi di euro, per favorire la crescita dell’economia, di nuovo in recessione. «Senza una ripresa robusta la tenuta del tessuto produttivo e sociale sarebbe a rischio» scrive Padoan nell’aggiornamento del Def. Per rispettare il programma di riduzione del deficit concordato a suo tempo, nel 2015 sarebbe servita una manovra netta da 15 miliardi, che avrebbe tolto altri 3 decimi alla crescita del Pil. E se si dovesse rispettare anche la regola di riduzione del debito sarebbe stata necessaria una manovra monstre da 35 miliardi di euro, che avrebbe ridotto il Pil di altri 0,8 punti. Cosa «né fattibile, né auspicabile» dice il Tesoro. Meglio invocare le circostanze eccezionali, innegabili, sperare in un atteggiamento diverso della Ue e blindare il bilancio del futuro. Nella legge di Stabilità ci sarà dunque la clausola di salvaguardia che prevede aumenti dell’Iva molto consistenti. Ed evitabili solo con misure compensative. Si farà affidamento sui tagli di spesa, ma anche su un maggior recupero dell’evasione fiscale, stimata dal Tesoro in 91 miliardi l’anno, che crescerà già nel 2014 (11 miliardi contro i 10 previsti). Ieri, intanto il Tesoro ha diffuso i dati del fabbisogno dei primi 9 mesi del 2014, in calo rispetto all’anno scorso. Anche se quest’anno il deficit (3% del Pil) dovrebbe essere di poco superiore a quello del 2013 (2,8%).
Spunta la clausola sui conti statali Il deficit garantito da aumenti Iva
Per ora il governo rimane sulla sua posizione, che sposta al 2017 il pareggio di bilancio e punta per il 2015 ad una manovra espansiva finanziata in deficit per una decina di miliardi di euro, per favorire la crescita dell’economia, di nuovo in recessione. «Senza una ripresa robusta la tenuta del tessuto produttivo e sociale sarebbe a rischio» scrive Padoan nell’aggiornamento del Def. Per rispettare il programma di riduzione del deficit concordato a suo tempo, nel 2015 sarebbe servita una manovra netta da 15 miliardi, che avrebbe tolto altri 3 decimi alla crescita del Pil. E se si dovesse rispettare anche la regola di riduzione del debito sarebbe stata necessaria una manovra monstre da 35 miliardi di euro, che avrebbe ridotto il Pil di altri 0,8 punti. Cosa «né fattibile, né auspicabile» dice il Tesoro. Meglio invocare le circostanze eccezionali, innegabili, sperare in un atteggiamento diverso della Ue e blindare il bilancio del futuro. Nella legge di Stabilità ci sarà dunque la clausola di salvaguardia che prevede aumenti dell’Iva molto consistenti. Ed evitabili solo con misure compensative. Si farà affidamento sui tagli di spesa, ma anche su un maggior recupero dell’evasione fiscale, stimata dal Tesoro in 91 miliardi l’anno, che crescerà già nel 2014 (11 miliardi contro i 10 previsti). Ieri, intanto il Tesoro ha diffuso i dati del fabbisogno dei primi 9 mesi del 2014, in calo rispetto all’anno scorso. Anche se quest’anno il deficit (3% del Pil) dovrebbe essere di poco superiore a quello del 2013 (2,8%).