Sulla base del prospetto di quotazione, l’assetto azionario del nuovo player del settore vede come primo azionista Exor con il 14,4%, seguito dalla famiglia Peugeot che ha il 7,2%. Alle spalle lo Stato francese con il 6,2% e i cinesi di Dongfeng con il 5,6%. A conti fatti, il guadagno complessivo del nocciolo duro di Stellantis, che pesa per il 33,4% sull’azionariato complessivo, è di circa 800 milioni. Exor, per esempio, con il 14,4% ha visto il suo pacchetto passare da 5,7 miliardi a più di 6 miliardi, con una rivalutazione netta di 343 milioni. Viaggia, invece tra i 140 e i 170 milioni il maggior valore che ha coinvolto il blocco francese che fa da contraltare alla holding di John Elkann.
Il grande movimento in Borsa non esclude peraltro che siano già partiti quegli aggiustamenti previsti nell’ambito degli accordi siglati dai soci nel grande progetto Stellantis.
Gli equilibri azionari del nuovo gruppo automobilistico, infatti, sono ancora in fase di costruzione. Sulla carta sono stati delineati solo dei “tetti” massimi di possesso azionario per gli azionisti francesi. Ma più in generale l’accordo prevede delle modifiche dell’attuale fotografia dell’azionariato. In particolare, la discesa del socio cinese e dello stato francese e il rafforzamento della dinastia fino all’8,5% del nuovo aggregato.
È stabilito, in primo luogo, che Dongfeng venda una parte dei titoli in suo possesso nella nuova entità, l’1,5%, al Gruppo Psa, con contestuale annullamento delle azioni. Dongfeng, che ha già smobilizzato nei mesi scorsi una piccola parte del pacchetto che deteneva in Psa, scenderà nei prossimi mesi fino al 4,5%. Inoltre il memorandum stabilisce che il Governo francese riduca la propria presenza nel nuovo aggregato vendendo il 2,5% di Stellantis. Dunque il peso dello Stato si appresta a passare dal 6,2% preventivato al 3,7% in tempi brevi. Infine, il contratto prevede che la famiglia Peugeot possa salire fino all’8,5% del nuovo aggregato, con la dinastia transalpina che può farlo solo acquistando dal Governo o sul mercato. Con il risultato finale che se si dovesse portare all’8,5% solo con acquisti in Borsa, il fronte formato insieme al Governo francese, rischia di superare seppur di poco la Exor di John Elkann. La famiglia Peugeot all’8,5% e un Bpifrance ferma al 6,2% avrebbero insieme il 14,7% della nuova Fca-Psa contro il 14,4% della holding della famiglia Agnelli.