Snam ha chiuso il 2020 con un utile netto in crescita del 6,5% a 1,16 miliardi, per l’effetto combinato del core business, delle nuove attività, di proventi da partecipazioni e della riduzione degli oneri finanziari. In rialzo del 6,3% a 2,77 miliardi i ricavi, mentre il margine operativo lordo rettificato è cresciuto dell’1,3% a 2,19 miliardi. In rialzo del 5% il dividendo a 24,95 centesimi, in linea con quanto previsto nel piano, e del 23,5% a quasi 1,19 miliardi gli investimenti. Sale da 1,13 a 1,17 miliardi la stima sull’utile per l’anno in corso. In crescita l’indebitamento finanziario netto, salito da 11,92 a 12,88 miliardi per effetto dell’incremento degli investimenti, delle acquisizioni effettuate e del riacquisto di titoli. L’assemblea è convocata per il 28 aprile.
Snam prevede «grandi prospettive di sviluppo riguarderanno i gas verdi, in particolare l’idrogeno, che potrà potenzialmente raggiungere oltre il 25% del mix energetico globale al 2050», spiega la società guidata da Marco Alverà, indicando che «il raggiungimento degli obiettivi climatici globali determinerà nei prossimi trent’anni significativi investimenti nella decarbonizzazione del settore energetico». Il 50% dei 7,4 miliardi di investimenti previsti dal piano 2020-2024 di Snam è «dedicato a sostituzioni e sviluppo di asset con standard compatibili con l’idrogeno».