17.09.2018

Il sindaco di Londra: ” Voto bis per Brexit”

  • La Repubblica

Sadiq Khan scende in campo per un secondo referendum sulla Brexit. Da sempre critico della decisione di uscire dall’Unione europea, il sindaco laburista di Londra si schiera a favore di una nuova consultazione popolare.
In un articolo sull’Observer, Khan afferma che la scelta attuale è fra un “no deal” (lasciare la Ue senza alcun accordo per il futuro) e un “bad deal” (l’intesa proposta recentemente da Theresa May e finora respinta da Bruxelles).
Perciò il sindaco, una delle figure più influenti del Labour, si unisce ai molti che chiedono di sentire di nuovo la voce del popolo, per una scelta ragionata (e meglio informata di quella “al buio” del referendum del 2016 sulla Brexit) tra “no deal” o qualunque accordo verrà raggiunto, da un lato; e rimanere nella Ue, dall’altro.
Il suo intervento aumenta la pressione sul leader laburista Jeremy Corbyn a schierarsi anche lui per un secondo referendum, come gli chiedono ampi settori del suo partito.
Finora Corbyn è rimasto contrario, per non perdere l’appoggio degli elettori laburisti che, nelle parti più economicamente arretrate del Paese, hanno votato per la Brexit due anni fa. Ma un recente sondaggio indica che l’opinione pubblica sta cambiando idea e anche i sindacati, a cui Corbyn deve molto, sono ora per un secondo referendum.
Prospettiva che, se il parlamento britannico boccerà l’accordo o il “non accordo” sulla Brexit, diventa dunque più probabile.
Le conseguenze dei ritardi nella trattativa si fanno sentire anche fra i conservatori: intervistata dalla Bbc, la premier Theresa May dice senza remore che la riunione di circa 50 deputati Tory sostenitori di una hard Brexit che nei giorni scorsi hanno avviato la discussione su una sua potenziale defenestrazione — da leader di partito e capo del governo — non l’ha lasciata indifferente. «È stato un po’ irritante», ha ammesso May, ammonendo che — a sei mesi dalla formalizzazione della Brexit, fissata nero su bianco per il 29 marzo 2019, e con meno di due mesi di tempo per chiudere le trattative con Bruxelles — «il dibattito dovrebbe riguardare non il mio futuro, ma quello dei britannici e del Regno Unito».

Enrico Franceschini