11.07.2012

«Semplificazioni, fiducia nel Governo»

  • Il Sole 24 Ore

«Bisogna lavorare tutti per la crescita, noi imprenditori ci siamo». È in particolare sulla semplificazione della normativa burocratica la sfida su cui punta il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, per rilanciare l’economia italiana. «È il vero problema del nostro Paese, da qui deve partire il rilancio». È in questa scommessa che ieri il presidente di Confindustria ha ribadito il suo apprezzamento nei confronti del Governo: «Noi abbiamo molta fiducia in quello che il Governo Monti sta facendo», ha detto Squinzi parlando al convegno Growth Summit Italia di Ernst&Young e Aiceo, rivolgendosi in particolare al ministro della Giustizia, Paola Severino, seduta in platea, con le stesse parole di fiducia riservate al presidente del Consiglio: «Mi fa piacere che il signor ministro oggi sia qui con noi perché credo che molto dipenda da lei».
Squinzi è tornato, senza citarle esplicitamente, sulle polemiche dei giorni scorsi, dopo il voto sei meno meno dato all’Esecutivo: «Nonostante qualche esagerazione mediatica abbia fatto dubitare del contrario, io sono un uomo del dialogo, siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo tutti remare nella stessa direzione». E cioè lo sviluppo: «Ho l’ossessione della crescita, dobbiamo ritrovare la crescita. Solo recuperando questa saremo in grado di creare sviluppo e occupazione giovanile. Leggere che il 36% dei giovani non ha un lavoro è una sconfitta per tutti noi. Forse una l’abbiamo già persa, non possiamo permetterci di perdere altre generazioni».
Squinzi, da quando è stato eletto alla guida di Confindustria, ha sempre insistito sul fatto che la semplificazione burocratica e normativa sia la «madre di tutte le riforme», insieme alla maggiore efficienza dello Stato. «Credo sia importante per Confindustria e il sistema delle imprese italiane andare in questa direzione», ha detto, aggiungendo di essere ottimista. «Sono e devo rimanerlo, dobbiamo essere capaci di ritrovare attrattività da parte dei paesi esteri, non possiamo essere all’87esimo posto in classifica, dobbiamo fare di tutto per dare entusiasmo ai nostri imprenditori».
A Squinzi ha replicato Severino: «La semplificazione delle regole è l’altra grande sfida su cui il Governo deve procedere. La spending review si riesce ad utilizzare se alla negazione degli sprechi e all’ottimizzazione degli impieghi si aggiunge efficienza». È quello, ha aggiunto il ministro, che si sta cercando di ottenere con l’eliminazione dei tribunali troppo piccoli. «Credo molto nel valore della semplificazione, fondamentale perché le imprese non soffochino in lacci e lacciuoli, che ne impediscono le sviluppo. La legalità va sviluppata, nella legalità va favorita la competitività».
Ieri il vicepresidente di Confindustria, Samy Gattegno, ha sottolineato la stima di Squinzi nei confronti del presidente del Consiglio. «Nessuna polemica, volevamo sensibilizzare il Governo ad andare verso la ripresa, Confindustria è compatta e fiduciosa verso Squinzi, che è un uomo di dialogo». Ed ha aggiunto: «Escludo una comunanza di idee con la Cgil, ci possono essere punti in comune e dialogo, ma gli interessi sono diversi». Sull’argomento è tornata Susanna Camusso: «Non è sopportabile» che il premier dica che «se uno critica il Governo fa salire lo spread». Anche la leader Cgil ha inoltre negato che nel suo recente dibattito con Squinzi vi sia stata totale unanimità di vedute, come testimoniano le pensioni.
Anche Luigi Abete, ex presidente Confindustria, si trova «pienamente d’accordo» con le parole di Squinzi. I tagli alla spesa pubblica «sono un buon passo avanti, ma deve essere l’inizio». Sulle oscillazioni dello spread secondo Abete, che è anche presidente del gruppo Bnl-Bnp Paribas, ha invitato a non drammatizzare, ma di vedere il «bicchiere messo pieno». Sulle polemiche è intervenuto anche Pietro Ferrari, presidente di Confindustria Modena: «Ho partecipato già due volte a incontri con Cgil e Fiom, si tratta di incontri nei quali un imprenditori può avere un momento di turbamento. Quella di Squinzi è una battuta venuta fuori male, è un presidente che ha sempre propugnato molta attenzione alle spese, agli sprechi. Il Governo Monti va in questo senso e non credo ci siano problemi».