20.10.2020

Scuola e orari, i paletti del ministero. «Si cambia soltanto in casi critici»

  • Il Corriere della Sera

Roma Ingresso dopo le nove del mattino, orari rimodulati, turni pomeridiani: ecco i cambiamenti possibili per le scuole superiori, ma solo se si verificheranno «situazioni critiche». La precisazione arriva in una circolare che ieri il capo dipartimento del ministero dell’Istruzione, Marco Bruschi, ha inviato ai dirigenti scolastici e ai direttori degli uffici scolastici regionali per chiarire cosa davvero cambierà per le scuole con l’entrata in vigore del nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm). In sostanza, niente, almeno non nell’immediato: anche se il decreto per gli istituti scolastici sarà applicabile da domani, non c’è alcun «automatismo», precisa la nota.

«Eventuali interventi sulla organizzazione scolastica avverranno solo in caso di situazioni critiche o di particolare rischio», situazioni queste che dovranno essere «comunicate dalle autorità sanitarie o dagli Enti locali». E comunque non potranno essere adottati autonomamente, ma solo «dopo aver condiviso le modifiche nei Tavoli regionali e locali con gli Uffici scolastici, previsti dal cosiddetto “Piano Scuola”, emanato a giugno scorso e approvato anche dalle Regioni».

Da dove nasce l’esigenza di un chiarimento? La conferenza stampa del premier Giuseppe Conte di domenica sera e l’annuncio delle nuove misure avevano lasciato perplessi alcuni governatori: «Norme confuse», secondo Massimiliano Fedriga, Friuli-Venezia Giulia. Ma soprattutto aveva irritato i presidi, che in quelle disposizioni avevano visto un attacco all’autonomia scolastica, che «gode di tutela costituzionale e su cui non è utile né legittimo trasgredire», come hanno ricordato ieri in un comunicato.

«La scuola è un asset fondamentale», aveva detto Conte domenica, spiegando che le lezioni in presenza sarebbero continuate per tutti e che alcuni correttivi sarebbero stati introdotti soltanto per gli studenti delle superiori. Qualche ora dopo la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina aveva tranquillizzato famiglie, docenti e dirigenti precisando che le modifiche sarebbero entrate in vigore dopo «qualche giorno».

E in effetti i provvedimenti saranno applicabili da domani, ma solo in presenza di casi particolari, e sempre dopo una valutazione complessiva da parte degli organi preposti, come puntualizza il ministero. «La pretesa di differire rigidamente l’orario di ingresso sarebbe stata irragionevole — nota Antonello Giannelli , presidente dell’associazione dei presidi — in quanto avrebbe riguardato indistintamente sedi scolastiche situate in realtà geografiche profondamente diverse tra loro: basti pensare alle differenze esistenti tra l’area metropolitana di qualsiasi grande o media città e un qualsiasi piccolo centro rurale».

Con la nota del ministero, la rimodulazione degli orari viene solo considerata un’ulteriore «arma» in mano ai presidi. Il Dpcm parla di «forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica» e prevede la possibilità di incrementare la didattica a distanza, che rimane dunque complementare a quella in presenza.