20.06.2014

Scontro Fiat-sindacati L’azienda ferma i rientri dalla cassa integrazione e blocca gli straordinari

  • La Repubblica

Dura lettera di Sergio Marchionne contro gli scioperi alla Fiat. Ieri mattina l’ad del Lingotto ha inviato ai dipendenti di tutti gli stabilimenti italiani un testo in cui si denunciano «episodi recenti dovuti al comportamento di un’esigua minoranza che hanno causato perdite produttive in un momento delicato e che non vanno presi con leggerezza ». Il riferimento, mai esplicito, è all’ora di sciopero proclamata lunedì scorso dalla Fiom alla Maserati di Grugliasco. Secondo i comunicati Fiat, quello sciopero aveva causato perdite minime alla produzione: «Allo sciopero hanno aderito 209 persone su 2019 causando una perdita di 11 vetture ». A credere alla Fiat dunque uno sciopero dagli esiti limitati. Perché dunque la dura lettera di Marchionne che parla direttamente ai dipendenti saltando sia le strutture aziendali sia i sindacati? Perché anche i sindacati finora collaborativi (Fim, Uilm, Fismic e Ugl) hanno proclamato uno sciopero degli straordinari che si sarebbe concentrato nelle giornata di sabato alla Maserati (l’unico stabilimento italiano che lavora a pieno ritmo). Così l’ad avverte che uno sciopero in questo momento sarebbe «incomprensibile, irrazionale e ingiustificato» e addirittura danneggerebbe l’immagine dell’Italia nel mondo. Subito dopo la diffusione delle lettera di Marchionne i sindacati che avevano proclamato il blocco degli straordinari si sono divisi: «Per noi non c’è alcun blocco», ha dichiarato subito il leader del Fismic, Roberto Di Maulo. Analoga la posizione del sindacato dei quadri. Il segretario generale della Fim, Giuseppe Farina ha detto che «la lettera di Marchionne riguarda la Fiom, non noi». La Fim comunque, con il responsabile auto, Ferdinando Uliano, aveva confermato lo sciopero degli straordinari pur chiedendo all’azienda un chiarimento. Nel tardo pomeriggio di ieri la nuova mossa della Fiat: il Lingotto ha annullato tutte le richieste di straordinario così evitando di misurare in un eventuale sciopero il peso effettivo dei sindacati con cui in questi anni ha sempre trattato. Ma l’azienda ha anche bloccato la riassunzione di 500 cassintegrati di Mirafiori, annunciata due giorni fa e ora rimessa in discussione senza un motivo ufficiale.