Nell’ambito delle trattative fra la Grecia e i creditori, il Fondo monetario internazionale ha inviato una nuova proposta ai leader dei governi dell’Eurozona per evitare il pagamento, da parte di Atene, degli interessi sui prestiti, previsti dal piano di salvataggio, fino al 2040. In sostanza il Fmi vuole che i prestiti giungano a scadenza in maniera graduale nel corso dei prossimi decenni, fino al 2080.
Secondo la proposta, i tassi di interesse, che dovranno essere pagati dalla Grecia sui finanziamenti della zona euro, rimarrebbero fermi sui livelli attuali all’1,5% per 30-40 anni. Il piano, inoltre, permetterebbe di mantenere il fabbisogno mirato a soddisfare il servizio di debito annuale al di sotto del 15% del pil: una previsione più ottimistica rispetto a quella avanzata in precedenza sulla traiettoria economica di lungo termine.
Le richieste dell’organizzazione, tuttavia, vanno ben oltre i provvedimenti che i creditori della Grecia intendono adottare per migliorare la situazione finanziaria. I leader europei continuano a dimostrare una certa riluttanza nel garantire questo tipo di concessioni sui loro prestiti, ma la Germania vuole che il Fmi prenda parte al piano di salvataggio di Atene. La cancelliera Angela Merkel ha più volte sottolineato quanto sia essenziale la partecipazione del Fondo al piano di bailout per garantire una certa credibilità.
Dal canto suo il direttore del Fmi, Christine Lagarde, ha precisato che non firmerà l’accordo, raggiunto la scorsa estate, a meno che l’Eurozona non ristrutturi i suoi piani di finanziamento: qualora non lo facesse, il debito di Atene resterebbe «altamente insostenibile».
Molti funzionari europei sperano che le parti raggiungano un’intesa entro il 24 maggio, prima del prossimo Eurogruppo, ma alcuni negoziatori direttamente impegnati nelle trattative ritengono che servirà altro tempo.