30.10.2013

Saccomanni: sì alle detrazioni Tasi bonus Irpef a famiglie numerose

  • La Repubblica

ROMA — Cuneo fiscale, tassa sulla casa, tassi d’interesse, pubblico impiego. Piovono critiche sulla manovra del governo, appena approdata in Parlamento, e ieri bersagliata dal fuoco di fila delle tre più importanti authority economiche del paese: la Banca d’Italia, l’Istat e la Corte dei Conti. Rilievi che coincidono in larga parte con quelli emersi dal dibattito pubblico negli ultimi giorni e che, già dal vertice Letta-Saccomanni- Alfano di lunedì, hanno portato il governo a mettere le mani avanti e ad annunciare un cambio di rotta.
Per l’operazione cuneo fiscale, come è filtrato da Palazzo Chigi, si prevede di concentrare le detrazioni sui redditi più bassi, mentre sulla Tasi torneranno, a mitigarne l’impatto, detrazioni dai 50 ai 100 euro. Ieri il ministro dell’Economia Saccomanni ha confermato che il governo sta prendendo in considerazione l’ipotesi di cambiare l’architettura della tassa sulla casa: «Non è escluso che si debba tornare alle detrazioni», ha confermato in Senato il titolare di Via Venti Settembre nel corso della rituale audizione sulla legge di Stabilità. Aperture anche sul cuneo: «Siamo disponibili a discutere con il Parlamento l’allocazione delle risorse del cuneo in favore delle famiglie numerose». Naturalmente a saldo zero: «Nessun disavanzo, bisogna dire quali spese ridurre», ha sottolineato il ministro. Tuttavia Saccomanni, in modo implicito, ha giocato altre due carte che possono far pensare a maggiori risorse: ha detto che la rivalutazione delle quote del capitale di Bankitalia varrebbe 5-7 miliardi, in sostanza un miliardo in più di entrate fiscali. Inoltre, con molta prudenza, ha concesso che sulla materia della tassazione delle rendite finanziarie, entrata e poi uscita all’ultimo momento dalla manovra, è «pronto ad una riflessione» (varrebbe almeno 500 milioni di gettito).
Sul capitolo-cuneo fiscale, operazione destinata nelle intenzioni a ristorare il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti, rilievi puntuali da parte del presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, del presidente dell’Istat Antonio Golini e del vicedirettore di Bankitalia, Luigi Signorini. La magistratura contabile ha osservato, accennando a «problemi di equità», che 25 milioni di soggetti sono fuori dall’operazione: pensionati, autonomi e incapienti (coloro che pagano tasse su redditi così modesti da non poter beneficiare delle nuove detrazioni) e solo il 40 per cento dei lavoratori dipendenti (da 8 mila a 55 mila euro di reddito). Bankitalia e Istat hanno fatto inesorabilmente i conti sui benefici del cuneo: per Via Nazionale si tratta di un risparmi di «poco meno di 100 euro» cifra definita «non elevata». L’Istat calcola poco di più: 116 euro. Si va dagli 8 ai 9,6 euro al mese. Bankitalia segnala inoltre che il taglio del cuneo riguarderà principalmente le fasce più alte della platea interessata, dove entra più di un reddito. Unico tratto positivo: l’intervento compenserà l’erosione dell’inflazione sulle buste paga nel 2014 (che sarà, secondo l’Istat, pari a 0,3 punti percentuali).
Picconate anche sulla nuova tassa sulla casa. Per la Corte dei Conti la nuova Tasi, che prende il posto dell’Imu, «crea i presupposti per aumenti»: i Comuni saranno indotti a mettere in atto rincari, fino al tetto massimo, su seconde case e capannoni. La Banca d’Italia entra ancora di più nel merito: senza detrazioni codificate a livello nazionale si creeranno disparità territoriali.
Nel mirino anche l’intervento sugli statali: per la Corte dei conti si tratta di «misure severe, già sperimentate e non replicabili». Bankitalia segnala che potranno provocare una perdita del potere d’acquisto tra il 2010 e il 2014 del 10 per cento. Dubbi, infine, anche sul quadro macro: Via Nazionale segnala la legge di Stabilità incorpora un’attesa di una «ulteriore, significativa riduzione dei tassi» (spread a 200 nel 2014 e a 150 nel 2015) e osserva che è più ottimistica di quella dei mercati. Ieri intanto è diventato legge il decreto che razionalizza la pubblica
amministrazione.