28.09.2017

Ryanair, stop su Alitalia: «Ci ritiriamo dalla gara»

  • Il Sole 24 Ore

L’effetto “emergenza nei cieli” spinge Ryanair a ritirarsi dalla gara per Alitalia. In una lunga nota il vettore irlandese ha annunciato – accanto alla riduzione dei voli fino a marzo – che «saranno eliminate tutte le distrazioni per il management, a partire dall’interesse per Alitalia» e di aver «notificato ai commissari straordinari che non proseguirà l’interesse per Alitalia né verrà presentata alcuna ulteriore offerta per l’aviolinea».
Alla scadenza per la manifestazione di interesse erano stati una dozzina gli operatori del settore che si erano fatti avanti: Ryanair, Lufthansa, Etihad, easyJet, Delta Airlines, interessati al lotto “Aviation”, relativo alle attività di trasporto aereo, comprese le manutenzioni. In campo anche due fondi di investimento americani Cerberus, Elliott, e l’inglese Greybull. Mentre tre società di gestione aeroportuale (tra loro Airport Handling e Alisud) avrebbero manifestato interesse per il lotto “Handling” che riguarda i servizi in aeroporto per l’assistenza a terra. Nessun interesse vi sarebbe, invece, per il lotto “Unico”, ovvero per la cessione in blocco della compagnia.
A differenza degli altri pretendenti che hanno mantenuto il massimo riserbo sulla cessione di Alitalia, il Ceo di Ryanair, Michael O’Leary, sin dall’avvio delle procedure si era detto interessato all’acquisizione di Alitalia, soprattutto per il lungo raggio. Al principio non era chiaro quanto l’interesse della low cost irlandese fosse reale, e tra gli esperti del settore non pochi si domandavano se si trattasse più di una manovra di marketing pubblicitario. Con il passare del tempo e, di fronte all’effettiva partecipazione della compagnia irlandese alle prime due fasi, in molti hanno iniziato a prendere sul serio l’interesse di Ryanair. O’Leary si era spinto fino a preannunciare per l’inizio di ottobre la presentazione di un’offerta per 90 velivoli di Alitalia del lungo e medio raggio, in pratica tutti gli aerei eccetto gli Embraer impiegati per i collegamenti regional. L’uscita di scena era prevedibile perchè dopo le centinaia di cancellazioni e le migliaia di passeggeri lasciati a a terra, Ryanair non avrebbe avuto alcuna chance nella corsa per Alitalia. «Il ritiro di Ryanair era prevedibile – commenta Emilano Fiorentino (Fit-Cisl) – la compagnia irlandese non ha mai dimostrato di avere i “requisiti minimi”, per anni le istituzioni competenti non hanno mosso un dito per arginare il dumping nel trasporto aereo».
La ritirata del vettore irlandese, potrebbe rafforzare l’asse Lufthansa-Etihad, in quella che sembra profilarsi come una doppia partita su Air Berlin e Alitalia. Lufthansa, infatti, figura tra i pretendenti della seconda compagnia tedesca, posseduta al 29% dagli emiratini (per la quale si è candidata anche easyJet). Le due compagnie, peraltro, hanno lanciato dallo scorso febbraio una partnership sul catering da 100 milioni di dollari e puntano a collaborare alla manutenzione, alla riparazione e alla revisione degli aerei. L’alleanza tedesco-emiratina potrebbe dunque allargarsi all’acquisizione di Alitalia.
Le carte verranno scoperte alla prossima scadenza, quella per la presentazione delle offerte vincolanti, posticipata di due settimane, al 16 ottobre, mentre resta confermato il termine per la fase di negoziazione, che servirà ai commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari per ottenere un miglioramento nell’offerta definitiva. Potranno partecipare anche soggetti che finora sono rimasti in posizione defilata, purchè siano in cordata con operatori che hanno preso parte alla prima fase della procedura. L’obiettivo del governo e dei commissari resta quello della cessione di Alitalia nella sua interezza, e il bando prevede che in caso di parità di condizioni siano considerate preferibili le offerte sul lotto unico rispetto alla vendita separata dell’aviation e dell’handling.
Dopo l’assegnazione c’è un periodo che porterà al closing, si dovrà fare una due diligence e bisognerà attendere il parere dell’Antitrust. Il passaggio formale definitivo dovrebbe avvenire tra la primavera e l’estate 2018.
Giorgio Pogliotti