A Wall Street, dove proliferano le scaramanzie e i tentativi di prevedere qualcosa di certo in quel regno della massima imperscrutabilità che sono i mercati finanziari, esistono lunghissime serie statistiche sull’«effetto gennaio». Il primo mese — soprattutto se finisce bene — riesce a prevedere l’andamento complessivo dei successivi undici.
Ma la verità è che quando si tratta di decidere in che modo investire il proprio denaro non ci sono sfere di cristallo che tengano: le sicurezze bisogna costruirsele da soli e in compagnia di consulenti fidati. Non cercando il guru che azzecca il vaticinio, ma ragionando — insieme all’esperto che abbiamo individuato — su cose molto quotidiane e poco esoteriche, come obiettivi ed esigenze della famiglia, quantità dei risparmi, strumenti finanziari alla nostra portata, spese complessive, attese di rendimento e di rischio. Quanto sono disposto a perdere se voglio guadagnare di più?
Le cento risposte (ad altrettante domande) che le firme di Corriere Economia hanno raccolto in un piccolo libro in edicola da oggi e per un mese con il Corriere della Sera (7,90 euro, 176 pagine, anche in eBook ) provano a dare un contributo alla sintesi di idee utili per arrivare a scelte di investimento proficue.
Il titolo, «2016 investire in sicurezza» contiene la parola chiave che è il contrario di rischio. Ma affrontare il pericolo di perdere, dargli un nome e una dimensione per circoscriverlo e tenerlo il più possibile a bada è l’unica ricetta possibile. Sempre. Vale oggi, in un contesto di mercati nervosi e ad alto tasso di incertezza, ma anche domani, quando, come sempre accade, umori meno ballerini si sommeranno per mettere insieme aspettative più positive tra chi muove ogni giorno i mercati.
Dalle azioni ai bond, dagli scenari economici alle oscillazioni delle materie prime, dalle opportunità del risparmio gestito alle ultime importanti novità su conti correnti e depositi vincolati, ognuno potrà trovare il suo percorso di lettura, muovendosi tra le domande e le risposte che toccano gli argomenti più interessanti per il proprio portafoglio.
Una maggior cultura in tema di denaro personale — invocata di recente anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel difficile fine anno delle quattro banche salvate anche a spese dei piccoli risparmiatori — dovrebbe essere un programma proponibile per tutti. Perché, come sostiene Annamaria Lusardi, la professoressa italiana che è la massima esperta mondiale di educazione finanziaria, se cento anni fa era una grande conquista uscire dall’analfabetismo, e quindi imparare a leggere, scrivere e far di conto, adesso l’asticella si è spostata molto più in alto. Essere alfabetizzati, nel mondo globale e digitale, significa anche sapere l’abc che può tenerci lontani dagli investimenti non adatti a noi.