Alcuni importanti chiarimenti attesi sono arrivati la scorsa settimana con la circolare n. 27/E dell’Agenzia. Alle Camere, poi, non è ancora arrivato il testo del decreto sulla certezza del diritto. Adesso, poi, si tratta di calare le istruzioni teoriche delle Entrate nel lavoro pratico degli intermediari. «Si tratta – spiega Gerardo Longobardi, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili – di un lavoro molto complesso sia nel reperimento della documentazione, sia nel calcolo. Per questo da tempo chiediamo una proroga adeguata alle difficoltà della procedura». Il presidente dei commercialisti non si sbilancia: «Non è facile prevedere di quanto tempo potremmo avere bisogno, ma segnalo che sono tanti i professionisti che mi hanno personalmente esposto le loro difficoltà nella gestione delle pratiche relative alla voluntary».
A spaventare i commercialisti è il «settembre nero», come lo chiama Longobardi: «Tra dichiarazioni e adempimenti vari, settembre sarà molto duro per gli studi. Se a queste incombenze sommiamo anche quelle legate alla disclosure, la cui domanda va presentata entro il giorno 30, è facile intuire le difficoltà a cui vanno incontro i professionisti». La soluzione della prenotazione potrebbe risolvere il problema, garantendo agli intermediari più tempo per effettuare i «complessi calcoli» della voluntary. «Oltre alla difficoltà dei conteggi – aggiunge il presidente dei commercialisti – c’è anche quella legata ai documenti: se ottenerli è difficile, leggerli a volte lo è ancora di più». Il riferimento è agli estratti conto delle banche estere, che stanno letteralmente facendo impazzire i professionisti. «Se lo scudo fiscale era una fotografia – conclude Longobardi con una metafora -, la voluntary disclosure è un film: è per questo che richiede più tempo».
Adesso si tratta di capire come sarà formulato il provvedimento amministrativo che dovrebbe trasformare la scadenza del 30 settembre in un termine di prenotazione meno “vincolante”.