La pandemia segna ancora dei numeri quotidiani da emergenza nazionale, ma è adesso che si disegna la ricostruzione del dopo Covid che in Europa verrà messa in atto anche con il Recovery Fund. I governi europei stanno mettendo in campo i propri progetti, alcuni ancora da scrivere nei suoi contorni più precisi, con diversi gradi di avanzamento e strutturazione. Ma già ora è possibile fare un confronto tra i quattro maggiori paesi Ue – Germania, Francia, Italia e Spagna – incluso anche il Regno Unito, che dovrà contare sulle proprie forze.
Ebbene, da una prima analisi Italia, Francia e Spagna «hanno presentato piani di larga visione anche se, nel caso spagnolo e italiano, saranno necessarie ulteriori dettagli a complemento dei documenti. Germania e Uk stanno sviluppando misure più orientate al breve e medio periodo, posticipando le grandi scelte sui temi strategici relativi agli investimenti sostenibili, all’innovazione e al cambiamento tecnologico». Uno studio della Fondazione Res Publica mette a confronto le principali linee di azione, e la quantità di risorse investita riflette la situazione di partenza e la necessità di intervenire per colmare le differenze nelle aree più deboli.
I piani analizzati sono: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (fino a 209 mld), France Relance (100 mld), The German Fiscal Package (fino a 130 mld), Plan de la Recuperacion, Trasformation e Resilienta (fino a 140 mld) e UK Winter Economic Plan (fino a 100 mld). «Questo confronto potrà essere utile per prendere coscienza sulle diverse priorità indicate dai diversi paesi analizzati e per orientare gli investimenti nazionali e le risorse di cui disporrà l’Italia nei prossimi anni. Le maggiori differenze riscontrate riguardano in particolare le politiche fiscali» osserva Res Publica. I piani europei, ad eccezione del Regno Unito sono in linea con il Piano Next Generation EU di cui la transizione ecologica e l’innovazione digitale rappresentano le direttrici principali di investimento. In alcuni settori strategici, come quelli relativi alle mobilità e alla transizione energetica, «sarebbe auspicabile un maggior coordinamento tra i paesi al fine di massimizzare i risultati e disporre al più presto di tecnologie innovative economicamente sostenibili per l’industria europea».
Per quanto riguarda le misure per la competitività del sistema fiscale la Francia è orientata a ridurre la pressione sulle imprese mentre Germania e Uk puntano al sostegno dei consumi con rilevanti riduzioni Iva e aiuti alle famiglie in difficoltà. Italia e Spagna intendono sfruttare l’occasione per un cambiamento strutturale dell’imposizione sui redditi e un generale riequilibrio delle altre forme di imposizione (patrimoniali, societarie, sui consumi). Ricerca e Innovazione sono identificate da tutti i paesi quali driver fondamentali per la crescita e lo sviluppo. Emerge in particolare l’investimento previsto da Italia e Spagna necessario a recuperare il gap.
Per la parte ambientale – osserva Res Publica – l’Italia si caratterizza per un vasto piano che copre tutte le principali macro aree della green economy, Spagna e Germania focalizzano l’attenzione sugli incentivi alla mobilità elettrica mentre la Francia si concentra sull’idrogeno. Tutti i paesi hanno dichiarato un impegno per la formazione e sostenere il lavoro nei settori più colpiti dalla pandemia. Francia Germania e Regno Unito concentrano le risorse al sostegno dell’occupazione e alla formazione giovanile. Italia e Spagna stanno approvando misure più ampie con importanti decontribuzioni per assunzioni. Per le politiche sociali e familiari i piani di Italia e Spagna si focalizzano sulla necessità di ridurre il gap di genere: queste nazioni, che scontano valori molto bassi di natalità, intendono investire risorse importanti nelle politiche familiari.
Infine il nodo-chiave degli investimenti e politiche industriali. Italia e Spagna, in misura minore anche la Francia, hanno annunciato importanti piani di investimento pubblico per sostenere l’economia e la domanda aggregata. Questo aspetto è invece residuale nei piani presentati dalla Germania e da Uk. Spagna, Francia e Italia hanno anche annunciato progetti per l’investimento pubblico diretto nel capitale di imprese strategiche.