Con questa operazione di management buy-out, Equita torna così interamente indipendente e saldamente in mano ad azionisti italiani. L’ingresso di Profumo, uno dei principali banchieri italiani, può peraltro rivelarsi un propellente decisivo per un’importante crescita della merchant bank milanese. Uno sviluppo che secondo indiscrezioni potrebbe passare anche attraverso la quotazione a Piazza Affari in tempi relativamente ristretti, ovvero nel giro dei prossimi 18 mesi.
Peraltro, l’arrivo di Profumo giunge in un momento pressochè unico per il mondo bancario italiano: complice il decreto Renzi-Padoan, che impone alle 10 principali banche popolari di trasformarsi in Spa, il settore si trova alla vigilia di una potenziale ondata di operazioni straordinarie in cui Equita, come le altre società di advisory, potrebbe ricoprire un ruolo di consulenza. Profumo si è definito «entusiasta» dell’ingresso nella Sim e di «unirsi a persone con le quali condivido visione e sistema di valori». Analoga soddisfazione è espressa anche dall’ad Francesco Perilli, l’artefice dello sviluppo recente di Equita, che spiega che con Profumo «da sempre c’è una chimica positiva, anche in virtù ventennale rapporto» nato fin da tempi in cui era il banchiere era in Unicredit. «Siamo veramente emozionati di essere tornati indipendenti – aggiunge Perilli – e siamo grati al fondo Jc Flowers perché ci ha permesso do operare in maniera indipendente». «Siamo molto soddisfatti di aver sostenuto Equita nel suo percorso di crescita, aiutandola a diventare la principale investment bank indipendente in Italia», ha detto Thierry Porté, managing director del fondo Jc Flowers che ricoprirà la carica di vice presidente di Equita nel suo nuovo assetto di azionariato. L’accordo è condizionato all’approvazione da parte di Banca d’Italia. Gli aspetti legali del deal sono stati seguiti da Allen & Overy per conto di Jc Flowers, Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners per conto di Alessandro Profumo e da Rucellai & Raffaelli per Equita. Gli aspetti di natura fiscale sono stati seguiti da Ludovici & Partners.
Tornando a Profumo, va detto che sempre ieri il manager è stato cooptato dal Cda di Eni in sostituzione di Luigi Zingales, che si è dimesso il 2 luglio 2015. Profumo sarà consigliere non esecutivo e indipendente e per ora non farà parte di nessun comitato interno.