Se escludiamo il caso dei notai che hanno comunicato il repertorio medio e non il reddito medio, la cui crescita nell’ultimo anno è legata agli effetti rivalutativi degli imponibili contributivi previsti dal Dm 265/2012 – in termini reali, infatti, anche nel 2013 i repertori notarili medi hanno registrato una contrazione del 9% – le uniche due professioni che registrano una crescita intorno al 6% del reddito tra il 2012 e il 2013 sono agrari e agrotecnici. Va però sottolineato che queste due professioni partono da redditi piuttosto bassi, pari a 18.751 euro per i primi e 13.488 per i secondi. Se la variazione del reddito viene confrontata con il 2005, il calo più significativo lo registrano i notai ( – 50%) che restano comunque la categoria più ricca tra le professioni. Seguono ingegneri e architetti, che hanno perso il 29,43% del reddito, i biologi ( – 23,15%), i consulenti del lavoro (- 21,80%) e gli avvocati ( – 18,54%). Solo in sei casi nel confronto tra il 2005 e il 2013 non è stato registrato un “calo”: si tratta dei professionisti dell’agricoltura (Enpaia gestione ordinaria e gestione separata), dei veterinari, che però hanno un reddito medio tra i più bassi pari a 14.131 euro l’anno, e dei medici, sia assunti che liberi professionisti: i primi in otto anni hanno registrato un aumento del reddito del 4,5%, i secondi del 21 per cento.
«Il sistema delle Casse tiene grazie alla stretta correlazione tra versamenti e pensioni – spiega il presidente Adepp, Andrea Camporese – ma non basta questo per affermare che la missione previdenziale è espletata; servono prestazioni ragionevoli mentre a causa di questo perdurare del calo dei redditi si rischia di avere prestazioni depresse». Per i professionisti, così come accade per la gestione separata Inps, se si escludono alcune eccezioni, non è prevista una pensione minima.
Si conferma il gap di entrate tra donne e uomini: se nel 2005 era del 42,79% nel 2013 è del 41,05 per cento. Di questo passo tra 35 anni si potrebbe arrivare al pareggio. «Questa differenza di reddito è un fenomeno che non riesco a capire fino in fondo – afferma Camporese -: credo che sia una questione culturale e che servirà del tempo. Certo è che negli ultimi anni stiamo assistendo alla femminilizzazione delle professioni – afferma Camporese – e le Casse si sono attivate per offrire servizi di welfare pensati per le donne». Il IV Rapporto Adepp, che sarà presentato questa mattina a Roma, presso l’auditorium di Cassa forense in via Ennio Quirino Visconti 6, entra anche nel merito del welfare, dei giovani, della tassazione e del patrimonio degli enti, su cui la pressione fiscale rischia di aumentare a meno di modifiche alla legge di stabilità.