Accantonata, per il momento, questa pratica, restano gli altri passi che il Ddl (atto Camera 3012) impone soprattutto, in nome del principio della concorrenzialità, ad avvocati e notai. Non tutte le novità provocano “mal di pancia”. Per gli avvocati, sia l’apertura sul fronte delle associazioni professionali sia quella relativa all’obbligo di presentare al cliente un preventivo, viene digerita senza problemi. «Riguardo alla possibilità di far parte di più associazioni tra avvocati – commenta Mascherin – c’è solo da tener d’occhio possibili conflitti di interessi, che si possono prevenire studiando misure adeguate. Sul preventivo obbligatorio c’è da valutare la particolarità del “prodotto venduto”: per attività seriali si può stimare con precisione quale sarà la spesa per il cliente. In altri casi – si pensi, per esempio, a procedimenti penali o anche civili complessi – è difficile prevedere il loro iter e, dunque, calcolarne i costi».
Discorso diverso per le società tra professionisti. Il Ddl apre alle società di capitali. «C’è il serio rischio di creare studi legali in mano a banche o assicurazioni, senza contare il pericolo di infiltrazioni criminose. Non si tratta di un “no” preconcetto, ma una soluzione come quella proposta presenta molte criticità. Bisogna studiarla meglio».
Per i notai in arrivo maggiori controlli sulle somme riscosse come sostituti di imposta: «La sicurezza dei trasferimenti immobiliari sarà rafforzata anche sul fronte del prezzo pagato e delle imposte collegate».
Il disegno del Governo porterà a un aumento del numero dei notai che per il presidente «sarà sostanzioso, in un momento in cui la crisi economica ha rallentato anche la nostra attività professionale, ma condividiamo la logica di creare maggiore occupazione soprattutto per i giovani».
Infine va a vantaggio dei cittadini il passaggio dai tribunali al Notariato del registro delle successioni. «Sarà consultabile online da tutta Italia – conclude D’Errico – evitando lunghi spostamenti per eredi lontani».