Solo il 7% dei ricorsi presentati attraverso il processo amministrativo telematico(Pat) non va a buon fine. Spesso per disattenzione dell’avvocato, che si dimentica, per esempio, di allegare l’atto da depositare: è successo nel 40% dei casi dei procedimenti rifiutati dal Pat.
Se si considera che sino a qualche mese fa la percentuale di insuccessi del processo telematico presso Tar e Consiglio di Stato era del 21%, si può guardare con ottimismo alla digitalizzazione del contenzioso, che ha mosso i primi passi il 1° gennaio scorso.
«È forse un po’ presto per un vero e proprio bilancio – sottolinea Mario Torsello, segretario generale della giustizia amministrativa – ma dobbiamo già constatare che non ci sono stati grossi problemi, né tecnici né organizzativi». E questo ha permesso agli avvocati di depositare, nei primi otto mesi e mezzo di Pat, oltre 170mila tra ricorsi e documenti digitali.
Una «piccola-grande rivoluzione», che ha comportato l’addio alla carta, sulla quale Torsello terrà oggi a Venezia una relazione nel corso del seminario internazionale delle supreme corti amministrative di tutto il mondo (Aihja) , appuntamento che si è aperto ieri e che ritorna in Italia dopo 22 anni.
«La trasformazione del processo amministrativo in processo telematico – afferma Alessandro Pajno, presidente del Consiglio di Stato – produce molteplici, importanti benefici: genera un significativo risparmio dei costi, incrementa la trasparenza e migliora l’accesso alle informazioni; rende, in generale, più rapido ed efficiente il sistema».
«Dai dati raccolti – aggiunge Franco Frattini, che rappresenta il Consiglio di Stato nell’Aihja – emerge che il nostro Paese ha realizzato un percorso di informatizzazione del processo amministrativo con risultati eccellenti, anche in confronto a molti altri Paesi».
Il seminario permette, infatti, di raffrontare le diverse esperienze. Così si scopre che da noi tutti i ricorsi devono essere presentati in formato digitale (per il momento è rimasto il deposito di una copia cartacea della causa, che però non ha valore legale e sparirà dal prossimo anno). La Finlandia si avvicina ai nostri standard: è digitale l’85% del contenzioso. In Francia, invece si scende al 60% in primo grado, per risalire al 90% in secondo grado e al 70% nell’ultimo grado. In Austria viaggia online solo il 20% delle cause, in Svizzera lo 0,5%, nella Repubblica Ceca il 33%. Nel nostro Pat tutti i documenti del ricorso devono essere trasmessi in via telematica. Non così in Francia, Spagna, Austria, Cina, Svizzera, Canada, Finlandia, Repubblica Ceca e Messico.
Il processo telematico nostrano, inoltre, consente alle parti di consultare online gli atti e di seguire da remoto l’evoluzione del processo. Questo accade anche in Francia, Cina, Canada e Messico, ma non, per esempio, in Austria, Svizzera e Finlandia.
Antonello Cherchi