03.03.2015

«Prima dell’aumento di Carige l’ente scenderà fino allo 0,5%»

  • Il Sole 24 Ore

Novanta milioni di liquidità. La Fondazione Carige, assistita da Banca Imi e dallo studio Bonelli, Erede e Pappalardo, chiude la prima fase della parziale dismissione della quota Carige con un saldo che dà respiro alle casse dell’Ente. A conti fatti il debito dell’istituto è di 170 milioni: 65 milioni verso Mediobanca, 80 verso Carige e 25 di erogazioni vincolate. D’altro canto, però, l’Ente aveva liquidità per 50 milioni cui si sommano i 90 milioni circa incassati tra i 66,2 del pacchetto ceduto ai Malacalza e il resto incassato dalle vendite sul mercato. «Per noi la soluzione trovata rappresenta un po’ l’ipotesi ottimale, cui lavoravamo, perché la cessione di questo pacchetto alla famiglia Malacalza consente alla Fondazione di mettere in sicurezza i conti e di lavorare per il bene della banca e del suo rafforzamento» commenta con Il Sole 24 Ore il presidente della Fondazione Carige Paolo Momigliano, che racconta anche: «Era una soluzione auspicata da tempo. Avevamo fatto appelli a regione e città affinché l’imprenditoria ligure concorresse a un percorso di rafforzamento della banca e avevamo espresso gradimento per un socio industriale con volontà di credere nella banca come espressione locale e imprenditoriale. Abbiamo atteso a lungo l’opportunità, che poi si è manifestata con l’intenzione famiglia Malacanza di entrare nella compagine della banca con un’operazione a lungo termine per bene della città e dell’istituto».
Nelle ultime settimane si era parlato di diversi pretendenti, avete scelto i Malacalza solo perché imprenditori e genovesi o è stata anche una questione di prezzo?
È stato un concorso di circostanze. Innanzitutto c’è una condivisione di intenti con la famiglia Malacalza, ma c’è anche il fatto che è quella che ha presentato l’offerta migliore. È stata una circostanza che non ci ha lasciato scelta.
La Fondazione resta ora con il 4,8%, ma potrebbe scendere ulteriormente con vendite sul mercato. Il titolo ieri è salito molto, a quando le prossime cessioni?
Sia il mercato sia le reazioni locali sono state molto favorevoli. Ora dobbiamo fare una serie di valutazioni nelle prossime settimane e faremo la cosa più opportuna per miglioramento il debito. Pre aumento di capitale di Carige potremmo scendere fino allo 0,5%.
Parteciperete poi all’aumento pro quota?
Dobbiamo fare alcune valutazioni sulla capacità d’investimento e di indebitamento della Fondazione per prendere una decisione.
Ai Malacalza vi lega un patto di sindacato che vi riconosce la nomina di un consigliere. Nel patto è prevista una quota minima sotto la quale non dovete scendere?
Il patto di sindacato ci permette di esprimere un consigliere, come testimonianza di una presenza di garanzia della Fondazione. Per il patto la soglia minima prevista per la Fondazione è lo 0,30%.
Malacalza ha aperto anche ad altri investitori. Condividete questa apertura?
Il patto è fra noi e la famiglia Malacalza. Trovo, comunque, l’affermazione corretta: tutto quello che rappresenta forze nuove che rafforzano la banca è ben accetto. Dal punto di vista della governance, poi, si valuterà.
Come userete la liquidità incassata?
65 milioni vanno a ripagare il debito con Mediobanca. Per quel che riguarda il debito con Carige vedremo: potremmo pagarlo o rinegoziarlo. Questo fa parte delle valutazioni all’interno della partita finanziaria.
Quali sono le prospettive per la Fondazione?
Abbiamo approvato il budget fino al 2021, che comprende anche la definizione della capacità erogativa e ferma la previsione di rimanere in equilibrio all’interno di questo macro-indirizzo. Inoltre con la discesa nell’azionariato di carige abbiamo anticipato la riforma delle fondazioni.
Per Carige auspicate un futuro di aggregazioni?
Come ho sempre detto la fondazione deve fare la fondazione e la banca deve fare la banca. Noi ci concentriamo sulla capacità erogativa e allo stesso tempo daremo un contributo positivo per rafforzare la banca.
Malacalza non ha voluto dire di essere felice. Lei è contento dell’operazione?
A Genova è vietato dire che si è contenti, si dice che si è soddisfatti.