A Bruxelles, la tensione è al massimo. Piovono qui voci di ogni genere, e una è rimbalzata da Roma, da fonti giornalistiche o anche da alleati che non spasimano d’amore per Matteo Renzi: «A giorni, forse già questa settimana…la Commissione Europea farà scattare una procedura d’infrazione contro l’Italia» per il mancato rispetto del pareggio di bilancio nel suo piano di stabilità , o per l’eccessivo debito pubblico. Risposta da fonti della Commissione Europea: la notizia della procedura imminente è «falsa», per di più «non è ancora conclusa l’analisi dei piani di bilancio» e le opinioni sui singoli Paesi «non saranno adottate questa settimana».
E la prossima settimana? Niente è sicuro, se non che entro il 30 novembre i giudizi sui piani di stabilità nazionali dovranno essere pronunciati. Nel frattempo, però, l’Italia riceve lo stesso da Bruxelles nerbate e rimbrotti: dalle misure per gestire i fondi europei («L’Italia ha intrapreso misure per migliorare la gestione dei fondi strutturali europei, ma l’attuazione di queste misure procede lentamente e alcuni dubbi rimangono»), alla preoccupazione per le riforme (lo sforzo del governo «è cresciuto ma i progressi sono irregolari» dice la Commissione, ma «diversi pacchetti ambiziosi di riforme tuttora restano in attesa di una piena adozione»), alla spending review che secondo la Commissione Europea è tuttora avvolta «da una significativa incertezza», mentre «resta di fondamentale importanza per finanziare importanti misure negli anni a venire».