Il percorso parlamentare, che inizierà martedì prossimo con le audizioni, potrebbe portare a qualche modifica o aggiustamento, ma dalle parole del premier è chiaro che l’impianto generale del provvedimento sulle banche popolari non cambierà. E con l’annuncio della fiducia Renzi ha ridotto i margini di manovra a chi sperava nel colpo di mano in parlamento.
Il premier ha additato quei «signorotti locali», che con la fine del sistema del voto capitario vedono vacillare la poltrona e il potere.
Oggi a Milano è in programma un consiglio della Assopopolari, l’associazione che raccoglie le banche cooperative, che torna a riunirsi a distanza di una settimana per verificare lo stato di avanzamento del lavoro sull’autoriforma, affidato ai tre saggi Piergaetano Marchetti, Alberto Quadrio Curzio e Angelo Tantazzi. Il board potrebbe discutere anche di possibili interventi sulla governance delle popolari destinate a trasformarsi in spa. L’autoriforma al momento è la carta che l’associazione sembra voler giocare per superare il muro contro muro e cercare una linea di dialogo con il governo. Ieri il capogruppo del Pd in commissione Finanze della Camera, Marco Causi, ha aperto uno spiraglio: se l’autoriforma «sarà in una logica di sfida e non solo conservativa la valuteremo come ispirazione, perché preferiamo una riforma in un quadro di consenso e non di conflittualità». Anche il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, è sulla stessa linea: «Nel percorso parlamentare possiamo migliorare quella proposta, prendendo, per esempio, dal processo di autoriforma delle popolari». Lupi è stato il primo a criticare il provvedimento del governo nel Consiglio dei ministri che il 20 gennaio ha approvato il decreto. E continua a difendere la specificità degli istituti di credito popolari e il loro legame con il territorio.
La settimana prossima la Camera avvierà la discussione della riforma. La partita si giocherà tutta in questo ramo del Parlamento, visto che al Senato i margini per far passare eventuali emendamenti saranno più stretti. Ieri l’ufficio di presidenza congiunto delle commissioni Finanze e Attività produttive ha fissato il calendario delle audizioni. Si comincia martedì con Assopopolari.