L’altro podio
Paperoni e Tesoro. Anche lo Stato è un grande incassatore di dividendi. L’azionista delle società pubbliche si porterà a casa 1,4 miliardi, più della metà di quanto avranno, tutte insieme, le 40 principali famiglie con partecipazioni in Piazza Affari. In cima alla classifica Eni, che contribuirà al cedolone pubblico con 726 milioni, oltre il 50% del totale. Mentre l’ Enel (332 milioni), e Snam (216) completano il podio. Quote minori, ma non certo trascurabili, saranno garantite da Terna, Stm e Raiway : nessun dividendo, invece, da Fincantieri e Finmeccanica.
I calcoli
La famiglia Del Vecchio, riceverà una cedola doppia rispetto ai 231 milioni della passata stagione. Un balzo notevole, che fa lievitare del 22,3% il monte dividendi dei 40 super ricchi di Piazza Affari e del 20,7% il controvalore dei dividendi 2015 dei primi 25.
La generosità variabile delle cedole e il ritorno di pagatori scomparsi durante la fase più acuta della crisi — caratteristiche della campagna in tutte le Borse del mondo — hanno mosso parecchio la classifica di Piazza Affari. I Benetton hanno visto aumentare di oltre 32 milioni gli introiti annui soprattutto per merito di Atlantia, il cui consiglio ha deliberato la distribuzione di un dividendo di 0,8 euro per azione, in aumento del 7% rispetto ai 0,746 euro dello scorso anno. Ma anche le Generali non hanno deluso, con un incremento del 33% della cedola annua. Nel caso invece dei fratelli Rocca, terzi in classifica, l’aumento dei flussi annuali deriva sia dall’effetto cambio sia dalla crescita della cedola Tenaris, che viene calcolata in dollari: da 0,43 e 0,45 dollari per azione (in euro da 0,31 nel 2014 a 0,35 attuali).
Al quarto posto si insedia Silvio Berlusconi , che l’anno scorso occupava la sesta posizione: merito dell’incremento dei dividendi di Mediolanum e Mediobanca e del ritorno alla cedola, sebbene di modesta entità, da parte di Mediaset. Nella top ten entrano le famiglie Recordati, Maramotti e Caltagirone mentre escono Della Valle, Vacchi, Garrone e Besnier , i francesi che controllano Parmalat. La famiglia Recordati può contare quest’anno su una cedola di 0,50 euro per azione (era 0,33 euro nel 2014) distribuita ai soci dell’omonimo gruppo farmaceutico, la famiglia Maramotti può beneficiare invece del coupon più generoso erogato dalla banca della casa. Il Credem ha infatti deciso di stanziare 0,15 euro contro i 0,12 del 2014. Ma il conto finale diventa più ricco anche per merito della partecipazione in Unicredit.
La famiglia Caltagirone, oltre alle cedole storiche staccate da Caltagirone, Caltagirone editore, Cementir, Vianini Industrie e Vianini Lavori, vedrà il proprio gruzzolo in dividendi annui salire grazie anche alle partecipazioni in Generali e Acea.
Diego Della Valle, invece, quest’anno incamererà meno dividendi perché la sua azienda (Tod’s) ha deliberato la liquidazione di un coupon di 2 euro per azione, in contrazione rispetto ai 2,7 euro dello scorso anno. Stesso discorso per la famiglia Besnier che quest’anno potrà contare su un flusso di dividendi ridimensionato (pari a 0,016 euro per azione rispetto a 0,03 del 2014).
Per i Vacchi, soci di controllo di Ima, e i Garrone (Erg) la discesa in classifica è legata alla non ripetibilità di cedole straordinarie deliberate nel 2014.